Come Leggere l’Oscillatore delle Onde di Elliot

Le nuove onde spesso iniziano con una divergenza nell’indicatore e nel prezzo. Le strategie per investire su questa divergenza sono chiare e permettono di sfruttare le inversioni di tendenza. Solitamente si ha una correzione nell’inversione dell’onda 1, che è l’onda 2. Il mercato non raggiungerà una nuova copertura estrema ma molto probabilmente si muoverà di una quota percentuale rispetto all’onda 1. Quando una correzione avviene insieme all’oscillatore, allora ci si troverà di fronte alle onde 2 e 4 come onde di correzione. In ogni caso si deve procedere con cautela. Le onde correttive si hanno soprattutto nei momenti in cui i commercianti combinano le onde di Elliot con il sistema di trading di Fibonacci. Dopo che è finito il ritracciamento, si inizierà a vedere una nuova mossa più forte sul movimento del prezzo, che è l’onda 3. Il mercato e l’indicatore raggiungono nuovi massimi o nuovi minimi, a seconda della direzione dell’onda 1.

Risulta essere meglio in questo caso impostare un obiettivo di profitto pari al 100% o al 161% del prezzo del movimento dell’onda 1. I mercati spesso effettuano un nuovo massimo nei pressi dell’onda 5, cosa che comporterà una divergenza.

Si può notare che se a questo strumento si aggiungono le impostazioni del MACD a 5, 35, 5, allora la cosa si rispecchierà nell’oscillatore.

La teoria delle onde di Elliot e l’uso degli oscillatori è una cosa decisamente interessante, con la quale si può avere un interessante successo nel mercato delle valute forex, a patto di prendersi il giusto tempo per imparare questa tipologia di trading e per prendere confidenza con le onde. Una volta che i grafici mostrano un movimento di alta probabilità, bisogna anche assicurarsi di inserire una forte ed interessante gestione del rischio. Come di consueto, infatti, le onde di Elliott non sono in grado di garantire un successo del 100% nel totale delle operazioni che si fanno, considerando anche che nessuno strumento di trading può farlo.

Come Diventare Consulente del Lavoro

Il settore lavorativo in Italia è al momento parecchio saturo, e questo preoccupa ovviamente non solo i giovani, che non sanno destreggiarsi in questa situazione di grande confusione, ma anche le persone di una certa età, che magari si trovano senza lavoro a causa del fallimento delle aziende per le quali lavoravano.

Uno dei mestieri che appassionano di più in questo periodo storico è quello del consulente del lavoro: si tratta fondamentalmente di una professione interessante e gratificante, che permette anche di comprendere le problematiche legate alla ricerca del lavoro e che può aiutare la società anche a risolvere alcune questioni e beghe burocratiche altrimenti incomprensibili.
Prima di spiegare a grandi linee come diventare un consulente del lavoro, è comunque importante chiarire cosa effettivamente fa il consulente e di cosa si occupa: chi svolge questa professione è prima di tutto un libero professionista – con tutte le conseguenze tipiche del caso – che può proporre la propria collaborazione alle imprese ed alle aziende nel settore della gestione del personale.
Tra le diverse cose di cui un consulente del lavoro può occuparsi, è possibile elencare principalmente gli inquadramenti contrattuali, la cura dei rapporti con i sindacati, ma anche gli adempimenti in materia di previdenza e assistenza sociale, dei rapporti tra l’impresa e istituzioni come ad esempio Inps ed Inail: in maniera invece più rara ma comunque possibile, il consulente può fornire anche la propria collaborazione anche nel settore consulenza fiscale e della contabilità, visto e considerato che possiede una preparazione che si estende anche al campo proprio di altri professionisti come ad esempio il commercialista e l’avvocato.

Risulta essere, pertanto, anche questo un lavoro di precisione e responsabilità, che può però gratificare moltissimo chi lo svolge, sia dal punto di vista economico che sotto il profilo propriamente lavorativo.
Detto questo, riproponiamo la domanda che sicuramente vi ha spinti fin qui: come diventare un consulente del lavoro?
Il percorso di studi da seguire per chi ha intenzione di specializzarsi in questo campo comprende prima di tutto la necessità di conseguire una laurea: è possibile specializzarsi in questo settore e diventare così consulente del lavoro iscrivendosi ad una Facoltà di Sociologia, Scienze Politiche, Giurisprudenza ed Economia.
Qualora si voglia ulteriormente specializzarsi, esiste la possibilità di proseguire gli studi con una Laurea specialistica della durata legale di due anni, ma è comunque possibile svolgere il lavoro di consulente del lavoro anche con il possesso del diploma di laurea triennale.

In ogni caso, successivamente al conseguimento della laurea, è necessario iscriversi al registro dei praticanti e svolgere due anni di praticantato presso lo studio di un consulente del lavoro, al termine del quale si deve chiaramente superare un Esame di Stato. Per dettagli è possibile vedere questa guida sul consulente del lavoro  su Professioniecarriere.com.
Per quanto riguarda la scelta dello studio presso cui conseguire i due anni di tirocinio – dovrebbe trattarsi di circa 4 ore al giorno, direttamente seguiti da un esperto del settore ovvero da un consolidato consulente del lavoro – è possibile collegarsi su Internet ed andare alla ricerca dei siti che ospitano gli annunci di offerta e ricerca lavoro.

In particolare, consultando il sito dell’ordine dei consulenti del lavoro delle diverse città – per esempio, l’ordine di Roma o di Milano, a seconda del luogo in cui si abita e si intende svolgere il tirocinio – è possibile ottenere maggiori informazioni e dettagli sugli studi professionali che offrono l’opportunità di conseguire i due anni di praticantato.
Per quanto riguarda invece l’esame finale, ovvero l’Esame di Stato, esso consiste in due prove scritte ed una orale: le prime due sono a carattere specifico, e possono riguardare temi come il diritto del lavoro e la legislazione sociale ed una prova teorico-pratica sul diritto tributario; l’esame orale, invece, verte su materie a carattere più generale, come il diritto del lavoro, la legislazione sociale, il diritto tributario, ma anche elementi di diritto privato, pubblico e penale, nozioni di ragioneria e bilancio.

Per prepararsi all’esame esistono diverse possibilità: se non ci si sente sicuri con la propria preparazione, è infatti possibile avvalersi dell’aiuto di corsi specifici di preparazione agli esami; inoltre, consultando i diversi siti Internet dedicati al settore della consulenza del lavoro, si possono trovare link interessanti sia per quel che riguarda le esercitazioni ed i test, sia per quel che invece concerne la preparazione vera e propria.

Come Investire nel Forex

cco alcuni punti importanti da tenere sempre a mente quando si parla di forex, con l’obiettivo di migliorare al massimo la propria capacità di guadagno.

Accettare la possibilità di perdere il proprio denaro come un fatto inevitabile. Ogni trader principiante deve essere consapevole che nessuno è al sicuro dalle perdite nel mercato delle valute. La regola di base del forex è quella di riuscire a mantenere il profitto al di sopra delle perdite.

Entrare nel mercato solo se si ha un piano di trading ben pensato. Prima di iniziare a fare trading, si dovrebbe capire la quantità di denaro che si è disposti a rischiare e il profitto che ci si aspetta di avere. Questo sarà fondamentale per il giusto equilibrio tra rischio e profitto. I trader di successo non entrano mai nel mercato senza un obiettivo chiaro.

Non bisogna avere paura del mercato dei cambi. Molti trader alle prime armi hanno paura dell’incertezza e dei rischi che sono naturalmente legati al mercato dei cambi. Coloro che riescono a superare tali paure sono ricompensati con un notevole aumento dei guadagni.

Bisogna assumersi la responsabilità per le decisioni prese. I trader di successo non disconosceranno mai la loro responsabilità personale in quello che fanno. Risulta essere il trader, infatti, che entra nel mercato ed è il trader che si assume tutte le responsabilità per le transazioni, redditizie o non redditizie che possano essere.

Non bisogna lasciare che l’avidità prenda il sopravvento sul proprio modo di fare trading. Quando si comincia a fare forex con successo, i commercianti dimenticano gli obiettivi precedentemente fissati sperando nella semplice prosecuzione del successo, anche senza studiare cosa sta accadendo nel mercato. Tuttavia, dato il mercato del forex è molto volatile e le tendenze possono finire in fretta, occorre operare con calma e con “sangue freddo” in ogni momento.na.dpuf

Camera di Commercio e Servizi

A parte tutti i problemi pratici che ci si può trovare ad affrontare all’atto dell’apertura di un’attività, esiste tutta una serie di ostacoli burocratici che spesso fanno perdere la pazienza e la speranza, soprattutto per chi è alle prime armi in questo campo e non sa effettivamente a chi deve rivolgersi.

In ogni caso, può rivelarsi abbastanza utile stilare una primissima lista di quesiti ai quali si vorrebbe fornire una risposta, e tentare un primo approccio tramite internet: sono infatti molti i siti che forniscono informazioni “generali” su come avviare un’attività, e dare uno sguardo ad essi può essere importante come primo passo per ottenere delle informazioni approssimative ed una infarinatura generica su come muoversi e soprattutto su chi potrebbe fornire risposte più sicure.

Dopo avere effettuato una veloce ricerca su internet per carpire le prime essenziali informazioni, ci si deve rivolgere sempre alla camera di commercio del proprio comune di residenza – o, ancora meglio, se il luogo in cui verrà posizionata l’attività è diversa dal comune di residenza, è meglio rivolgersi proprio al comune presso cui verrà aperto il negozio, perché spesso le regole possono cambiare anche da comune in comune.
Ricordiamo che spesso i siti delle camere di commercio offrono numerose ed utili informazioni. Per esempio, la camera di commercio del comune di Milano, presente on line, non solo offre diverse consulenze su internet, ma garantisce la presenza di informazioni e di moduli da scaricare per muovere i primi passi.

Alcuni tra i servizi offerti dalla Camera di Commercio sono
– deposito del bilancio di esercizio (da presentare all’Ufficio del Registro imprese nella cui circoscrizione è ubicata la propria sede legale, ed al quale sono obbligati: Società a responsabilità limitata (Srl); Società per azioni (Spa); Società in accomandita per azioni (Sapa); Società in nome collettivo (Snc) e Società in accomandita semplice (Sas) interamente possedute da società di capitali obbligate a redigere il bilancio consolidato; Società cooperative e loro consorzi; Consorzi Fidi; Consorzi con attività esterna; Società consortili; Società estere aventi sede secondaria in Italia; Mutue assicuratrici; Enti autonomi lirici, istituzioni concertistiche trasformate in fondazioni di diritto privato; Gruppi Europei di Interesse Economico (GEIE);
– deposito del bilancio consolidato e dell’elenco soci ;
– deposito del MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale);
– iscrizione agli Albi previsti per particolari tipi di attività (per esempio l’ Albo dei commissionari, dei mandatari e degli astatori o l’Albo dei gestori ambientali);
– versamento del diritto annuale;
– le procedure relative alla variazione, alla cessazione e alla chiusura dell’attività.

Molte di queste documentazioni, come detto poco sopra, sono effettuabili anche attraverso un semplice pc ed un collegamento internet, visto che spesso e volentieri il sito della camera di commercio presenta dei moduli da scaricare e da compilare.
Come si possono svolgere queste attività on line? E’ sufficiente possedere la Carta Nazionale dei Servizi (la cosiddetta CNS), una Smart card per l’autenticazione del cittadino in rete, dotata di un microchip con caratteristiche equivalenti a quelle della Carta d’Identità Elettronica (CIE), e che certifica il titolare dell’attività, assicura l’autenticità delle informazioni e garantisce la sicurezza e la riservatezza delle transazioni.

La burocrazia è effettivamente considerata in ogni caso “una gatta da pelare”, ma se le informazioni vengono carpite nel modo giusto e si procede secondo le regole, non ci si dovrebbe trovare di fronte ad intoppi indesiderati.
Le regole, comunque, possono essere suscettibili di modifiche e di cambiamenti sia da regione a regione, che da attività ad attività, perciò è sempre utile chiedere nello specifico quali siano le indicazioni per l’attività che intendete avviare.
Risulta essere importante comunque sapere che esistono delle norme da rispettare valide per tutti: partita iva, conto fiscale, Iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, Iscrizione al R.e.c. (ovvero il Registro Esercenti il Commercio), INPS, sono tra le documentazioni e caratteristiche richieste per tutti i tipi di attività.

Vantaggi e Svantaggi del Dottorato di Ricerca

Con il passare degli anni il mondo dell’università sta cambiando notevolmente e dimostra di voler prestare una sempre maggiore attenzione alla realtà produttiva esterna. I vari seminari, corsi, master che vengono frequentemente organizzati e allestiti sono proprio rivolti alla possibilità di voler rendere più accessibile la soglia delle ristrette esigenze curriculari, al fine di creare un maggior collegamento tra le conoscenze acquisite e gli sbocchi produttivi esistenti.

Cosa dice la legge
La legge di riferimento in questo senso è la legge n. 449 del 27 dicembre 1997, la quale elargisce crediti di imposta a imprese e soggetti di diversa natura dietro una “assunzione degli oneri relativi a borse di studio che sono state concesse per la frequenza a corsi di dottorato di ricerca, nel caso in cui il relativo programma di ricerca sia concordato con il soggetto di cui al presente comma e nei casi di assunzione a tempo pieno… di titolari di dottorato di ricerca“. La legge in questione, intitolata “misure per la stabilizzazione della finanza pubblica“, ha delineato tali orientamenti al fine di stabilire un’importante e utile connessione fra il mondo della cultura e il mondo del lavoro: ma per quanto riguarda i dottori di ricerca che operano nell’ambito delle materie umanistiche, questi orientamenti non forniscono alcun ausilio. Al contrario, è possibile ipotizzare che i provvedimenti citati in precedenza creeranno un numero spropositato in favore dei posti di dottorato istituiti nelle facoltà scientifiche e tecnologiche, che, essendo favorite nel mantenere delle relazioni durature e importanti col mondo dell’impresa, potranno usufruire di sostanziose integrazione economiche volte a finanziare borse dottorali, mediante convenzioni con “soggetti pubblici e privati che sono in possesso dei requisiti di elevata qualificazione culturale e scientifica e di personale, strutture ed attrezzature idonee“.

Gli svantaggi del dottorato di ricerca
L’iniziativa del dottorato di ricerca presenta essenzialmente due svantaggi: anzitutto, la struttura tradizionale della Laurea è rimasta immutata e senza sostanziali variazioni, con una durata che è generalmente superiore alla durata media degli altri paesi, mentre il dottorato di ricerca è un’iniziativa che si è semplicemente aggiunta. Inoltre, il fatto che non si sia richiesto e dato alcun privilegio e vantaggio al dottorato per quanto riguarda l’accesso al mondo delle professioni, ha privato il dottorato stesso di un ruolo essenziale nella ricerca lavorativa. Il dottorato è dunque diventato semplicemente un titolo di mero significato accademico, valutato e richiesto soltanto con finalità propedeutiche alla futura carriera universitaria e di ricerca. Alcuni dottorati, poi, specialmente quelli delle materie scientifiche, il dottorato viene ridotto spesso a una semplice continuazione della tesi di laurea e un percorso obbligato al mondo della ricerca. In questo caso, infatti, il dottorato di ricerca assume i contorni di un mezzo di sfruttamento di lavoro semigratuito e un supporto non legale alla reale attività didattica. Nell’ambito delle professioni esso contraddistingue una sorta di apprendistato, pagato dallo Stato, necessario per essere cooptato con i tipici fenomeni di dipendenza lavorativa.

Materie scientifiche
Nell’ambito delle materie scientifiche, il dottorato di ricerca ha subito delle pesanti ripercussioni sulla sua stessa struttura, soprattutto a causa della sua eccessiva “accademizzazione“: come primo aspetto che risalta in questo senso, c’è il fatto che si è completamente rinunciato a rendere il dottorato un livello culturalmente più elevato della laurea, a causa di corsi di insegnamento troppo generici e dedicati a persone con interessi diversi (tra l’altro sono dei corsi gestiti male, perché svolti a titolo gratuito e spesso coincidenti con corsi specialistici del corso di laurea, con una conseguente scarsa correlazione tra la capacità di apprendimento degli studenti e il livello del corso stesso). Un altro aspetto che bisogna sottolineare è la presenza del concorso selettivo di ingresso: in questo caso, si ottiene generalmente una borsa di studio che permette di frequentare il dottorato. Questo elemento favorisce sicuramente una sorta di contrapposizione tra i dottorandi per l’inserimento nel mondo della ricerca: si andranno dunque a curare maggiormente i risultati pratici (pubblicazioni o titoli equivalenti…) piuttosto che il miglioramento della preparazione personale.

La borsa di studio
La borsa di studio relativa al dottorato di ricerca si è evoluta nel corso del tempo, sotto la spinta di particolari interessi. Inizialmente il numero di posti di dottorato era limitato a causa del numero di borse di studio assegnate a ogni facoltà e da queste ultime a ogni materia specifica. La selezione dei candidati idonei avviene tramite “concorso generalista“, un concorso che dovrebbe premiare il merito, ma non perfettamente definito nel dettaglio dei suoi obiettivi. Attualmente si è però proceduto verso la soluzione delle borse “sponsorizzate”, ovvero pagate da enti nazionali di ricerca (come ad esempio il CNR, ENEA…): tra l’altro vi sono anche alcune realtà più avanzate, di industrie private che hanno convenienza a veder preparate, a un costo modesto, persone di alta qualificazione. Le borse di studio sponsorizzate vengono pagate quindi da enti esterni al fine di svolgere un lavoro di ricerca su un tema preciso e rappresentano una soluzione senz’altro utile, rappresentando una sorta di anticamera un lavoro vero e proprio successivo.