Come Lavorare da Casa

Una delle ultime mode in termini di lavoro è quella del lavoro da casa: sempre più spesso consultando gli annunci di lavoro è facile imbattersi in aziende che offrono la possibilità di lavorare direttamente da casa. Ma come fare e quali tipologie di lavoro svolgere?

Innanzitutto il primo limite al lavoro da casa è dettato dalla sfiducia che nutrono le persone nei confronti della qualità e della serietà di tale occupazione: spesso infatti si tende a generalizzare e classificare le offerte di lavoro come non veritiere né gratificanti, soprattutto per quanto riguarda i tanto millantati guadagni facili.

Per questo motivo la diffusione del lavoro da casa stenta ad affermarsi, anche se è in crescita grazie a coloro che sfruttano tali occasioni come secondo lavoro, per guadagnare qualche soldo extra.

Ma quali sono le tipologie di lavoro che possono essere svolte da casa?

Traduzione testi: molti studenti, laureati o anche persone madrelingua, che vivono fuori dal paese di nascita, si dedicano sempre di più a tale attività. E’ necessario iscriversi a siti specialistici o navigare in qualche forum sul web per scoprire centinaia di offerte per traduttori. Il secondo passo è informarsi sui prezzi richiesti da altri traduttori per poter poi fissare compensi competitivi. Anche se a prima vista può apparire un lavoro “semplice e poco impegnativo” occorre una buona preparazione.

Marketing Online: tutti sappiamo quanto sia importante fare marketing per vendere un prodotto e tutti conosciamo le potenzialità del web per ampliare la diffusione di un messaggio. Basta un pc, una connessione internet e il gioco è fatto. Esistono già molti siti online che offrono programmi di affiliazione interessanti e che ti permettono di ottenere buone commissioni per la vendita.

Telelavoro: categoria molto ampia, che varia dal teleselling, ovvero la vendita vera e propria di prodotti e servizi via telefono, al telemarketing, ovvero la pubblicità di servizi, prodotti o offerte particolari. Nel caso del telemarketing lo scopo non è tanto la vendita, ma la conoscenza di un prodotto e la possibilità di fissare un incontro diretto con il potenziale cliente presso gli uffici commerciali dell’azienda.

Segreteria: esistono molti compiti che le aziende delegano a segretarie part time a domicilio, perlopiù riguardanti lavori ripetitivi e di routine, ma comunque necessari per una ottima organizzazione aziendale. Può capitare dunque di ricevere proposte per riorganizzare rubriche telefoniche e indirizzi di clienti, per controllare determinati dati, per organizzare in un particolare ordine le fatturazioni o, più semplicemente, per scrivere lettere e documentazioni ufficiali.

Confezionamento: anche se ormai è sempre più difficile trovare tali offerte, sono pur sempre ricercate figure professionali che possano confezionare piccoli oggetti di vario genere, un po’ come accadeva con le nostre bisnonne che si offrivano di ricamare calzini per neonati o simili.

Scrittura Articoli: con la diffusione del web sono sempre di più le persone e le aziende che cercano di guadagnare online. Ogni azienda lancia molti progetti e blog contemporaneamente e per mantenerli aggiornati è costretta a ricercare copywriter e persone in grado di scrivere articoli: la remunerazione può avvenire in vari modi, da un fisso mensile, ad un “tot” ogni articolo, fino a percentuali ulteriori di guadagno grazie a forme di pubblicità online. Di solito è possibile regolarizzare fiscalmente l’attività tramite la prestazione occasionale.

Consulenze: alcune aziende si dedicano a consulenze, perciò come ben puoi intuire, possono decidere di affidarsi a persone che lavorano da casa per svolgere questa tipologia di lavoro. In tal modo l’azienda riesce a risparmiare i costi legati a eventuali mobili e scrivanie e può limitarsi a fornire fax, computer portatile, stampante e telefono al proprio collaboratore.

Molto interessante.

Conto Deposito in Valuta Estera

I conti deposito in valuta si sono fatti notare soprattutto nel momento più acuto della crisi, quando si temevano gli effetti su una possibile uscita dei Paesi dalla zona euro, e conseguente crisi della valuta unica.

Infatti sembrava uno dei pochi strumenti adatti a gestire e proteggere la propria liquidità, senza andare incontro a dei rischi, e con in più la possibilità di poter sfruttare le fluttuazioni delle valute, così da aumentare ancora di più i rendimenti. Insomma una sorta di trading forex ‘perfetto’, dove si potevano sfruttare i suoi punti di forza, riducendone gli aspetti negativi.

Caratteristiche conti deposito in valuta
Si tratta di conti deposito specifici, spesso proposti con costi contenuti, ma quasi sempre nella forma di conti deposito vincolati (anche se di norma con scadenze a 1, 2 o 3 mesi). Le differenze dai conti deposito non in valuta sono essenzialmente riassumibili in:

investimento in valuta straniera (scelta) con l’applicazione di uno spread;
rendimento legato a un indice (di norma Libor).
L’approccio di investimento resta passivo a livello operativo, anche se per la scelta della valuta non bisognerebbe rimettersi al caso ma valutare gli andamenti in funzione dei broker forex Market Mover. Inoltre, data la natura del libor, per il rendimento bisogna affidarsi a un indice che è stato manipolato e che è di fatto facilmente manipolabile.

Caratteristiche e analogie con il forex trading
I conti deposito in valuta sono più sicuri del trading forex? Per prima cosa bisogna sottolineare che i primi non sono sicuri nel vero senso del termine, dato che se l’indice per la determinazione del rendimento si abbassa (a causa dell’applicazione dello spread), si va incontro a una possibile erosione del capitale depositato.

In più, avendo un approccio di tipo passivo, ed essendo impossibilitati a far qualsiasi tipo di azione per limitarne gli effetti, ci si ritroverebbe con una amara delusione qualora ricorrano queste situazioni.

In più dovendo reperire informazioni sui Market Mover, per fare una scelta consapevole della valuta su cui fare l’investimento, si sfruttano gli stessi canali del forex trading, ma senza poterne sfruttare gli aspetti positivi, come le maggiori possibilità di guadagno.

Quando preferire il Trading forex al conto deposito in valuta
Un problema che spesso emerge è quello della scarsa chiarezza dei costi che interessa i conti deposito in valuta, dato che oltre ai costi di accensione e gestione del conto, bisogna anche considerare i costi legati ad ogni azione di deposito (composti da spread e commissioni fisse o variabili). Questi costi sono assenti invece con i forex broker, che si rifanno solamente ai costi di spread sulle varie operazioni.

Per questo è più facile confrontare e scegliere un broker forex rispetto a una banca che proponga conti deposito in valuta. In conclusione se si vuole fare un investimento in valuta, la via da preferire ad oggi è quella del trading forex che permette di sfruttare gli aspetti positivi, e di poter gestire meglio quelli negativi.

Conti Deposito e Trading Online

Per un guadagno reale con i conti deposito ed il trading online è necessario confrontare anche le relative commissioni. Ecco le principali differenze come ad esempio quella fra commissioni fisse o variabili.

Quando si decide di effettuare del trading online si è obbligati ad aprire un conto titoli (per azioni, obbligazioni, futures, ma anche per Pronti contro termine), aspetto questo che porta con sé dei costi fissi e dei costi variabili, a meno che la scelta non sia su un conto trading per forex o per opzioni binarie, dove la parte dei costi, quando presente, è di tipologia prevalentemente fissa.

In ogni caso non si devono sottovalutare le differenze che interessano i diversi tipi di conto deposito trading che possono essere aperti, per almeno due ragioni: alcune banche o broker online offrono sia conti deposito per trading in azioni, obbligazioni, ma anche per fare trading forex, mentre per altre situazioni bisogna obbligatoriamente scegliere la tipologia di conto trading in funzione del tipo di strumento finanziario con cui si vuole operare.

Il confronto delle commissioni dei conti trading
Bisogna fare una distinzione tra conti deposito trading per il forex e conti per fare trading con gli altri strumenti finanziari, dato che nel primo caso, se si sceglieranno dei broker del tipo Market Maker (che sono molto numerosi e diffusi), i soli costi da sostenere nelle fasi di trading forex saranno di tipologia fissa, costituiti dallo spread legato a ciascuna operazione.
Quindi basterà individuare il numero di pip dei quali si compone lo spread, e scegliere quelli che a parità di altri servizi richiedono lo spread più basso (ad esempio 1 pip rispetto a 3 pip per la stessa coppia di valute).

Poi ci sono eventualmente da considerare le commissioni per effettuare i prelievi dal proprio conto deposito, ma non tutti i broker forex li applicano. Invece quando si tratta di scegliere un conto deposito per fare trading su azioni, obbligazioni, o futures, bisogna guardare alla percentuale di commissione applicata per ciascuna tipologia di operazione. Nella scelta bisogna anche considerare che ci sono varie banche che prevedono dei costi minimi o massimi fissi.

In questo caso per decidere bisogna semplicemente fare una sommaria valutazione della “quantità” di trading che si pensa di fare in un determinato periodo di tempo, e scegliere in funzione dei costi fissi massimi eventualmente applicati.

Meglio commissioni fisse o variabili?
Anche in questo caso va fatta una distinzione tra il conto deposito trading per forex o per operare sulle borse, dal momento che le commissioni variabili in generale sono nel forex applicate dai broker Ecn (organizzati per “premiare” chi ‘trada’ grandi quantità di valute), e si tratta di scelta tutto sommato standard.

Invece nei conti per il trading negli altri strumenti finanziari, ci sono delle banche che mettono a disposizione un sistema di costi a scalare, per cui se si fanno movimenti di elevata entità, oppure numerose operazioni, si possono acquistare dei pacchetti che hanno un’incidenza abbastanza bassa nella gestione dei costi.

Come Controllare la Data di Risoluzione di un Contratto di Locazione

Sei proprietario di un fabbricato, di un immobile? Hai stipulato un contratto di locazione e poi lo hai risolto, chiuso? Col sito web Agenzia delle Entrate puoi verificare on line la data di chiusura del contratto. Vedi come seguendo questa breve guida.

Avvia Internet Explorer o altro browser e accedi al sito dell’Agenzia delle Entrate, nella pagina che si apre sulla destra in alto inserisci il tuo codice fiscale e la password, click su OK. Sei in Home dei Servizi, sulla sinistra hai un menù con nove opzioni possibili, seleziona la prima voce Strumenti. Si apre un sottomenù con altre nove opzioni possibili, seleziona la quarta voce Contratti di locazione, sulla destra hai due strumenti possibili: Locazioni web, Pagamenti Registro Web. Leggi le informazioni, poi click su Pagamenti Registro Web (questa strumento viene selezionato solo per verificare la data di risoluzione del contratto).

Si apre una pagina che riporta sulla destra due possibili scelte: Contratti presenti in A.T., Richieste salvate. Click sul pulsante Visualizza alla destra della voce Contratti presenti in A.T. Si apre una pagina che riporta i contratti di locazione stipulati, individua il contratto di cui vuoi verificare la data di risoluzione, usa come riferimenti Ufficio, Anno, Serie, Numero, Sottonumero, Data di registrazione, Controparte per la stipula, seleziona il contratto che ti risulta chiuso. Assicurati che il corrispondente cerchietto presente a destra sul rigo del contratto di interesse sia selezionato (evidenziato e con un puntino nero all’interno).

In basso hai Azioni disponibili con precaricata la voce Annualità Successiva. Questa propone la procedura per il pagamento delle imposte del successivo anno, azione non consentita se il contratto è risolto. Assicurati che tutto sia stato impostato correttamente, click sul pulsante OK a fianco alla voce Annualità successiva. Se il contratto è chiuso compare l’avviso: “Operazione non consentita: Contratto risolto in data xx/yy/zzzz.” Al posto di xx/yy/zzzz viene riportata la data di risoluzione del contratto di locazione. Per uscire fai click in alto a destra su Uscita, poi chiudi Internet explorer o il browser in uso.

Il sito, se il contratto non risulta risolto, avvia la procedura per il pagamento dell’imposta di registro Annualità successiva. Non proseguire, il contratto non risulta risolto, verifica perchè. Fai click in alto a destra su Uscita, chiudi Internet Explorer o il browser in uso. Consulta la documentazione disponibile per il contratto, controlla col tuo commercialista, fai le verifiche necessarie, decidi come procedere.

Spread e Conti Deposito

La salita dello spread tra i Titoli di Stato italiani, ovvero i Btp a 10 anni e i Bund tedeschi sempre con scadenza a 10 anni, viene percepito come un aspetto fortemente negativo, in quanto va a peggiorare il debito pubblico dello Stato a causa di maggiori costi di finanziamento.

Ma per quanto riguarda i risparmiatori, i conti deposito e ciò che interessa il loro rendimento, la salita dello spread è tutt’altro che negativa. Infatti c’è da considerare che le banche non applicano il tasso di interesse “ufficiale” ai conti deposito, ma sono condizionate da un lato dalle proprie necessità di liquidità e dall’altro dalle condizioni e livelli di rendimento collegati alle altre tipologie di investimento reperibili sul mercato.

Le difficoltà di liquidità spingono i tassi in salita per i conti deposito
Da alcuni anni le banche hanno grandi difficoltà di raccolta della liquidità sul mercato obbligazionario e ciò le ha spinte a ridare una maggiore attenzione ai conti deposito, che rappresentano da sempre una delle forme di raccolta di denaro tra le più usate e sicure.

La determinazione dei tassi di interesse viene modulata quindi sulla base delle proprie necessità, e ciò spiega sia il motivo per il quale le banche applicano dei tassi promozionali molto elevati in determinati periodi, e sia il perché c’è una grande disparità di offerta dei vari tassi di interesse sui conti deposito.

Spread e tassi sui conti deposito: quale il legame
I Titoli di Stato e l’andamento dei relativi rendimenti hanno da sempre costituito il parametro di riferimento usato alle banche per decidere il livello di rendimento da applicare ai propri strumenti finanziari.

Fondamentalmente vale il principio che per rendere il proprio strumento più allettante, questo deve creare un maggior vantaggio, che in caso di investimento si traduce ovviamente in un maggiore rendimento da garantire.

Quindi se lo spread tra Btp e Bund a 10 anni sale, il costo del finanziamento dello Stato Italiano sale, poiché deve pagare dei tassi di interesse maggiori per rendere i propri titoli di Stato appetibili agli investitori. Di conseguenza le banche, per convincere i risparmiatori a scegliere i propri strumenti (principalmente rappresentati dai conti deposito per la raccolta di nuova liquidità) si vedono costrette a migliorare la portata della propria offerta, proponendo dei tassi di interesse più elevati.

Generalmente questo processo interessa soprattutto i tassi legati ai conti deposito vincolati, che in situazioni di questo tipo dovrebbero essere preferiti rispetto a quelli liberi che invece beneficiano in modo marginale di queste politiche di variazione dei tassi.

Un occhio particolare va sempre dato anche ai tassi di interesse promozionali, che possono essere di due tipi: quelli riservati alla nuova clientela, e quelli riservati all’entrata di capitali freschi e che quindi si rivolgono anche a coloro che sono già clienti.