Come Scrivere Lettera di Ringraziamento

Una lettera di ringraziamento può essere sia lunga che breve, ciò che importa è il contenuto, questo deve essere sincero. Puoi scrivere una breve nota per ringraziare di un dono ricevuto o per esprimere l’apprezzamento di un gesto che per te è stato particolarmente importante.

Una vera lettera di ringraziamento va scritta a mano, rigorosamente in corsivo! Per questo motivo, metti via il PC e munisciti di carta e penna! Utilizza una penna morbida e un biglietto da lettera. Inizia inserendo la data in alto a destra e introduci il tuo ringraziamento con un tradizionale saluto seguito da una virgola.

Le motivazioni. Se vuoi ringraziare per un dono che hai avuto, sottolinea l’utilità che ne hai ricavato; se hai ricevuto un regalo in denaro e non sai che approccio usare, semplicemente spiega in che modo intendi spendere quei soldi evidenziando quanto sono stati importanti per te. Il contenuto della lettera deve fornire le motivazioni del tuo “Grazie” così da far sentire il lettore gratificato.

Sia se si tratti di una lettera per un amico lontano, oppure che si tratti una lettera molto più formale, ciò che devi scrivere non cambia. Ricorda che saranno le motivazioni che utilizzerai ad esprimere la tua gratitudine. Se non sai come chiudere, concludi con un semplice “Mille grazie,” seguito dal tuo nome. Per un esempio, è possibile vedere questo modello di lettera di ringraziamento per lavoro.

Alla lettera di ringraziamento può essere allegato anche un invito oppure recapitata insieme ad un cesto di frutta o fiori. Molte persone ritengono inutile scrivere una lettera di ringraziamento se il regalo è stato ricevuto di persona, ma se si tratta di un regalo di valore, un dono di nozze o da parte di un parente lontano, inoltrare un bigliettino può essere un gesto davvero significativo.

Investire in Bot – Consigli Utili

 

L’investimento nei titoli di Stato, approdo tradizionalmente sicuro per i nostri risparmi, è veramente conveniente per le tasche degli italiani? Cerchiamo di capire quanto rende sottoscrivere un Bot, e quale possa essere l’esito di un confronto con un conto di deposito online, o con un prodotto di risparmio e di investimento a basso rischio e basso rendimento, come ad esempio la sottoscrizione di quote di fondi comuni di investimento basati sugli stessi titoli.

 

Il rendimento dei Bot

Quanto rendono i Bot? Il nostro riferimento è quello della più recente asta per i Bot trimestrali e semestrali, mentre per la scadenza annuale la successiva asta è prevista per il prossimo 15 aprile. Il rendimento lordo semplice di un Bot trimestrale è stato pari a 1,038 punti percentuali per l’asta del 15 marzo 2011, mentre per quanto concerne i Bot semestrali, l’esito dell’asta del 30 marzo 2011 è stato pari a 1,396 punti percentuali.

 

Il confronto con un conto deposito

Rispetto a un conto deposito non vincolato, il Bot ha una minore capacità di trasformarsi in liquidità, visto che occorrerà attendere la scadenza dell’investimento per poter entrare nuovamente in possesso del capitale sottoscritto. Le somme sul conto deposito non vincolato sono invece immediatamente utilizzabili, e prevedono la corresponsione di un tasso di interesse creditore lordo che in molti casi si avvicina o supera quello dei titoli di Stato. Le società bancarie che offrono tali prodotti di risparmio sono inoltre aderenti al Fondo nazionale di garanzia dei depositi, offrendo pertanto le adeguate cautele in caso di crisi dell’istituto.

 

Il confronto con i fondi di investimento monetario

I fondi comuni di investimento basati su titoli a brevissimo termine nell’ambito dei titoli di Stato, cercano di replicare e di superare i rendimenti offerti dai titoli stessi acquistabili singolarmente. Chi acquista le quote di tali fondi comuni ottiene pertanto dei rendimenti che si avvicinano molto a quelli dei Bot, pur potendo contare, come nel caso di un conto deposito, su un grado di liquidità maggiore, poichè la somma oggetto di disinvestimento del fondo diventa utilizzabile nell’arco di pochi giorni lavorativi.

Come Diventare Guida Turistica

L’Italia, grazie al suo patrimonio storico, culturale e artistico attira ogni anno un ingente numero di turisti provenienti da tutto il mondo.

Il clima mitigato permette di non ridurre il fenomeno del turismo ad un evento stagionale e dunque prettamente estivo.
Tutto questo, tradotto in termini di economia e occupabilità significa, nello specifico che la professione della guida turistica può e deve avere continuità e stabilità.

Occorre per prima cosa chiarire la differenza tra il ruolo di guida e quello di accompagnatrice turistica.
Il primo è basato su una forte conoscenza artistica, umanistica, territoriale e storica in quanto descrive dettagliatamente luoghi e monumenti, il secondo trova il suo humus nelle conoscenze del turismo ricettivo/organizzative.
Come si diventa guida turistica e quali caratteristiche personali sono necessarie?

Il lavoro della guida turistica, nella maggioranza dei casi, è una libera professione, quindi esercitata da possessori di partita IVA. Si sostiene un esame regionale composto da parte scritta e orale nel caso di esito positivo si ha labilitazione che vale soltanto per la Regione in cui tale esame si è sostenuto (la Puglia è un eccezione perchè non ha leggi che regolamentino questa professione).
L iter sembra breve e lineare, ma messe da parte per un attimo le particolarità burocratiche, è importante sapere che una buona guida turistica deve possedere delle doti che, forse un esame, non basta a conferire.

La spigliatezza, la gentilezza, la disponibilità, un’ottima dialettica e una forte empatia sono caratteristiche fondamentali per fare questo lavoro al meglio.

Il percorso accademico che si segue è solitamente la laurea in materie umanistiche o in lingue, in ogni caso bisogna possedere entrambe le cose, perfetta padronanza dell’italiano e di almeno altre due lingue straniere e conoscenze storiche, artistiche e territoriali impeccabili, perchè descrivere qualcosa può essere sufficiente ma far innamorare la gente dello stesso qualcosa è appagante.

Come Guadagnare con i Btp

Il livello di solvibilità dell’Italia sta migliorando e, pertanto, anche gli investitori più timorosi stanno ora riprendendo in considerazione l’idea di acquistare Btp, i titoli di Stato a lungo termine, il cui spread (cioè, il differenziale di rendimento) nei confronti degli equivalenti titoli tedeschi sta continuando a diminuire, fino a scendere al di sotto della soglia dei 300 punti base.

A dispetto delle difficoltà internazionali, infatti, i titoli governativi italiani hanno battuto qualsiasi ipotesi di investimento, anche non equivalente. Si pensi alla performance dell’oro, che ha conseguito un rally importantissimo, o i principali e più appetibili bond su scala mondiale. Niente ha potuto sconfiggere il rendimento dei Btp a 10 anni, che hanno toccato tassi di redditività del 18,7%, contro il 15,5% del petrolio, il 9,2% del rame. Meglio dei Btp hanno fatto solo i prodotti legati all’argento (20,4%).

Ma come comportarsi in questo rinnovato scenario di euforia sui titoli di Stato italiani? Ecco quattro distinti profili comportamentali, con le conseguenze di investimento:

Acquistare ancora? La prima delle quattro strategie evolutive nell’attuale scenario è quella preferita dai “cassettisti”. Ovvero, acquistare ancora, mettere i titoli nel portafoglio, “dimenticarsi” del suo andamento durante il periodo di vigenza dello strumento, e prepararsi a incassare le cedole, senza farsi influenzare dalle oscillazioni di mercato. Chi pertanto appartiene a questa folta schiera di risparmiatori non può far altro che comprare ancora, evitando di vendere se si ha una vera ottica di lungo termine. Le cedole sono d’altronde piuttosto interessanti, visto e considerato che i rendimenti hanno toccato tassi periodi del 6%.

Tenere i titoli in portafoglio? Chi ha acquistato i Btp quando i loro prezzi erano ai massimi livelli, è dinanzi a un bivio: mantenere ancora i titoli in portafoglio per evitare le perdite, o sbarazzarsi di un investimento non ottimizzante e “ripartire” con altri strumenti? Il consiglio è in questo caso legato al primo comportamento: meglio tenere duro, mantenere i titoli in portafoglio e attendere tempi migliori.

Vendere e acquistare Bot? Contrariamente all’ipotesi di cui sopra, relativa a chi i Btp li ha comprati nel momento peggiore, i più fortunati (o i più lungimiranti) sono sicuramente stati quegli investitori che hanno acquistato i Btp nel novembre, quando i loro prezzi erano ai minimi storici. Tali risparmiatori hanno infatti consolidato un rendimento che sfiora oggi il 20%: considerato che le prospettive sul debito italiano rimangono positive, i gestori consigliano di prendere in seria considerazione la vendita del titolo a lungo termine, diversificando con l’acquisto di titoli a breve.

Attendere ancora? Chi non appartiene a nessuna delle due categorie di fortunati o di meno accorti, rientra probabilmente nella schiera di investitori che ha atteso (troppo) l’arrivo di tempi migliori, e oggi rimpiange l’assenza di serie opportunità di guadagno sui titoli di debito a lungo termine. Che fare dunque? A nostro giudizio, l’ipotesi legata all’acquisto odierno di Btp italiani rimane fortemente valida. E’ certo che i rendimenti record recentemente toccati non torneranno più, ma il tasso di redditività offerto dagli strumenti del Tesoro rimangono, a nostra opinione, piuttosto interessanti.

Molto interessante.

Come Creare una Società di Capitali – Guida

Le società di capitali sono quelle società definite tali in quanto al loro interno l’elemento caratteristico e prevalente è la presenza di un capitale sottoscritto.

Le caratteristiche delle società di capitali sono personalità giuridica, autonomia patrimoniale perfetta, infatti i soci rispondono per le obbligazioni assunte dalla società nei limiti delle azioni o quote sottoscritte, i soci possono esercitare funzioni di controllo e di partecipazione con i propri voti durante le sedute del consiglio di amministrazione, le decisioni vengono infatti prese collegialmente con diritti di voto proporzionali.

Le società di capitali si dividono in società per azioni (SpA), società in accomandita per azioni (Sapa), società a responsabilità limitata (Srl), le quali si differenziano tra loro per vari aspetti.

La costituzione di una società per azioni prevede la stipulazione dell atto costitutivo, il suo deposito presso l ufficio del registro delle imprese e l’iscrizione della società presso lo stesso, esistono inoltre delle condizioni preliminari.

L atto costitutivo è un contratto tra più parti, oppure un atto unilaterale (se vi è un socio unico), che deve essere redatto per atto pubblico e deve indicare tra le altre cose: le generalità dei soci e il numero di azioni sottoscritte, la denominazione e il comune dove sono poste la sede della società, l attività svolta, l ammontare del capitale sottoscritto e di quello versato, le norme di ripartizione degli utili, il numero e i poteri degli amministratori.

Prima di depositare l’atto costitutivo, il notaio ha l’obbligo di verificare il rispetto delle condizioni preliminari per la costituzione della società.