Indice CAC 40 – Caratteristiche

CAC 40 è l’indice che racchiude le performance dell’andamento delle azioni più importanti quotate alla borsa Francese, adesso Euronex Paris. Questo indice è uno dei più seguiti dagli investitori, e viene usato principalmente come benchmark per valutare l’andamento dei risultati della gestione dei portafogli.

Cac 40 comprende 40 titoli, che vengono scelti su 100 aziende quotate su Euronext Paris.
il suo anno di fondazione è il 1987,
il valore base del Cac 40 nell’anno di fondazione è 1000 che rappresenta anche il suo minimo storico.

Questo indice prende il nome dal primo sistema automatico della borsa di Parigi : CAC = Cotation Assistèe en Continu.
Una commissione chiamata Index Steering Committee (o Conseil Scientifique) si occupa periodicamente di stilare la classifica dei titoli che entrano a far parte del Cac 40, secondo la free flot capitalizzazione di mercato.
Come per gli altri indice sul CAC 40, vengono costruiti i derivati utlizzando questo indice come sottostante.
I prezzi vengono elaborati continuamente ogni 15 secondi e a fine giornata.
Gli orari di negoziazione sono determinati dall’apertura di Euronex Paris.
Anche se molte aziende presenti nel Cac 40 sono possedute da stranieri, bisogna rispettare un principio di nazionalità , le aziende devono essere registrate in Francia o avere una certa presenza.
Altri criteri che vengono valutati sono free-float market capitalisation e il turnover su Euronext Paris.

I titoli più importanti inclusi nel Cac 40 sono: Carrefour, alcatel-lucent, BNP Paribas, AXA, Capgemini, Crèdit Agricole, France Tèlècom, Group Danone, L’Orèal, Michelin, PSA Peugeot Citroen, Renault, Societè Gènèrale, Vinci, Vivendi.

 

Come Funziona il Mutuo a Rata Costante e Durata Variabile

Abbiamo di certo sentito parlare dei mutui a rata costante e durata variabile, anche questi mutui sono calcolati in base al tasso variabile, ma con la prerogativa che l’importo della rata rimane invariato

Siccome questi mutui sono regolati dal tasso variabile, quando questo ultimo subisce delle variazioni a cambiare come detto, non è l’importo della rata ma la durata del mutuo. Di conseguenza nel caso in cui il tasso diminuisce, si riduce la durata del mutuo, se invece il tasso cresce aumentano il numero delle rate e quindi anche il periodo di rimborso si allunga.

Questi mutui a rata fissa e durata variabile, si rivolgono a quelle persone che non vogliono farsi sfuggire l’occasione del tasso variabile ma che comunque si proteggono da un indesiderato aumento del tasso con conseguente incremento dell’importo della rata.

Tuttavia vanno fatte delle considerazioni su questo tipo di mutuo, perché a volte non è tutto oro quello che luccica, in questo particolare caso analizziamo ciò che accade quando nei primi anni ci sia un rialzo sostanzioso dei tassi di interesse.

Sappiamo che la rata del mutuo è composta da una quota capitale ed una quota interessi, nel caso di un mutuo a tasso variabile tradizionale, quando vi è un aumento dei tassi di interesse la quota capitale rimane pressoché invariata mentre ad aumentare è la quota interesse portando ad un inevitabile rialzo dell’importo della rata, nei casi dei mutui a tasso variabile a rata fissa, dovendo quest’ultima per forza rimanere invariata per tutto l’arco di vita del mutuo è la quota capitale a diminuire per far spazio alla quota interesse cresciuta per via del rialzo, questo perché nei pagamenti rateali è previsto che alla scadenza della rata i dovuti interessi devono essere necessariamente corrisposti.

Questo tipo di comportamento porterà ad un posticipo della restituzione della quota capitale sottoponendoci ad un più alto rischio nel calcolo medio dei tassi di interesse, sopratutto se il mutuo è a lunghissima scadenza ed nei primi anni si verificano degli aumenti considerevoli dei tassi, ci troveremo a restituire delle quote di interessi di importo molto alte rispetto a quelle di un mutuo tradizionale.

Supponiamo di avere un mutuo trentennale di 150.000 euro a rata fissa, ad un tasso iniziale del 5%, si avrà una rata costante di 805 Euro.

A questo punto se nel primo anno il tasso si alza di un punto percentuale portandosi al 6%, si avrà un aumento del periodo di ammortamento di 67 mesi portandosi da 30 anni a quasi 35 anni e 7 mesi. La spesa complessiva sarà 805 euro x 427 numeri delle rate, di 343735 euro di cui 193735 di interessi.

Nelle medesime condizioni un mutuo tradizionale avrebbe avuto una rata di importo pari a 899 euro con un costo di interessi uguale a 173640 euro, ben 20000 euro di meno!!.

Va ricordato oltremodo che seppur ci sia un adeguamento dei tassi nella parte finale della durata del mutuo, questo non andrà mai a compensare in egual misura l’aumento avvenuto nella fase iniziale, proprio perche nella fase iniziale il debito residuo capitale è alto.

Si gioirà nell’ipotesi contraria, ovvero quando nella fase iniziale si avrà una diminuzione dei tassi di interesse, portando quasi sicuramente ad una durata di ammortamento minore rispetto ad un mutuo tradizionale, proprio per la riduzione dei costi di interesse.

Relazione Notarile Preliminare per Mutuo – Definizione e Significato

Di fronte ad una richiesta mutuo, la banca accerta se sull’immobile offerto a garanzia vi siano azioni pregiudizievoli quali pignoramenti, ipoteca, ecc. L’incaricato a svolgere queste indagini, è il notaio, il quale ultimati gli accertamenti di rito, produrrà la cosiddetta relazione notarile preliminare.

Nella relazione notarile preliminare vi troviamo i seguenti elementi.

La descrizione dell’immobile: viene descritto l’immobile e l’indirizzo dove è ubicato, il notaio inoltre provvederà a specificarne i dati catastali (questi dati verranno paragonati con la perizia immobiliare);

La proprietà dell’immobile: in questa sezione della relazione preliminare verranno specificati chi sono i proprietari dell’unità immobiliare, inoltre il notaio avrà cura di accertare l’eventuale presenza dei rischi derivati dalla limitazione del diritto di proprietà a causa di trasferimenti per donazione o successioni da testamento.

La verifica della presenza di vincoli alla vendita: questa parte della relazione è la più importante, vengono accertati ed indicati se vi sono dei vincoli alla vendita come l’esistenza del diritto di prelazione o sequestri, riservati domìni o di eventuali pignoramenti in atto ed ipoteche ancora non cancellate.

Richiesta Mutuo e Denaro Finanziabile

Ovviamente le banche prima di concedere un mutuo si accertano della destinazione che avrà il denaro erogato e quindi il motivo che ha indotto il cliente alla richiesta di finanziamento.

Conoscere le reali intenzioni del mutuatario da ulteriori garanzie alle banche che valutano se concedere o non concedere il mutuo. Quindi non basta che il mutuatario dimostri la sua solvibilità cioè che sarà in grado di pagare il debito contratto così come non basta nemmeno l’ipoteca sull’immobile.

Il fine con cui viene richiesto il mutuo può essere vario e la richiesta di mutui casa fa parte di una minoranza di tali possibilità.

Tuttavia alla richiesta di mutuo per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili le banche rispondono positivamente. Ad essere favoriti sono le concessioni di mutuo per l’acquisto di immobili in particolare prima casa, ma le banche concedono volentieri mutui anche quando il denaro è destinato per la costruzione o ristrutturazione di immobili.

Uno dei motivi per cui richiedere un mutuo o finanziamento è per meglio gestire i debiti precedentemente contratti. La sostituzione o rinegoziazione dei debiti in corso può essere concessa dalla banca a condizione che il pagamento dello stesso sia avvenuto regolarmente.

L’offerta delle banche riguarda non solo la rinegoziazione del mutuo o sostituzione ma anche una gestione cumulativa dei debiti contratti. Vale a dire tutti i prestiti in essere vengono convogliati in un unico debito, non più tante e diverse rate da pagare ma una sola rata, è quello che viene definito come consolidamento debiti.

Uscendo dalla casistica sopra elencata la banca è meno propensa all’erogazione del finanziamento, certamente sarà avversa a concedere finanziamenti a chi intende utilizzare il denaro concesso per effettuare speculazioni finanziarie in quanto rischiose e ovviamente lo sarà ancora meno nel concedere finanziamenti a chi si è dimostrato insolvente in quanto incapace di restituire il debito contratto.

Alcune banche però cercano di catturare un target di clientela particolare concedendo mutui casa finalizzati ad ottenere denaro per l’acquisto di beni di consumo di lusso come imbarcazioni e auto prestigiose o per finanziare l’acquisizione di attività commerciali.

La dichiarazione della finalità con cui si fa richiesta mutuo è apparentemente non necessaria per importi modesti, apparentemente visto che il via libera è a discrezione dell’istituto di credito. Infatti, per concedere la cosiddetta liquidità generica l’istituto non richiede di dimostrare come verrà impiegato il denaro erogato ma si riserva il diritto di concedere il finanziamento a soggetti che reputa affidabili.

Come Funziona il Mutuo a Tasso Rinegoziabile

Oltre ai mutui a tassi fisso ed a tasso variabile, troviamo la soluzione dei mutui a tasso rinegoziabile conosciuti anche come mutuo con opzione. La caratteristica base di questa tipologia di mutui è la possibilità che il mutuatario, durante la vita del mutuo e nelle condizioni previste dal contratto, può passare dal tasso fisso al variabile e viceversa e rinegoziare pertanto il mutuo.

Anche per i mutui a tasso rinegoziabile, è presente in talune proposte, il tasso d’ingresso.
Dopo un periodo dove la rata del mutuo è calcolata in base al tasso d’ingresso, al mutuatario spetta la scelta del tipo di tasso (fisso o variabile) per il calcolo delle successive rate, fino ad un determinato periodo previsto da contratto; dopo tale periodo al mutuatario si ripresenta l’opportunità di scegliere di nuovo il tipo di tasso da applicare al mutuo.

Il vantaggio principale nel rinegoziare il mutuo è dato dalla possibilità al mutuatario, di poter cambiare, volendo, il tipo di tasso applicato al mutuo. Di fronte a questa evidente elasticità, si può valutare e scegliere in base alla situazione finanziaria e di mercati attuali, se passare dal tasso fisso al tasso variabile o viceversa. Di contro, abbiamo che se si decide di rinegoziare il tipo di tasso applicato al nostro mutuo, quest’ultimo riviene calcolato in base alle condizioni del momento (attuali).

In breve, ogni volta che si avvicina la fine del periodo di opzione è possibile passare da un tipo di tasso all’altro, è come se materialmente si stipulasse un nuovo contratto di durata equivalente al periodo di efficacia dell’opzione. Quindi ogni volta il mutuo verrà regolato in base agli indici di quotazione del giorno di fine opzione. Lo spread rimarrà invariato per tutta la durata globale del mutuo mentre a cambiare sarà il tasso IRS per la soluzione del tasso variabile ed l’euribor di riferimento per il tasso variabile.

Supponiamo di avere stipulato un mutuo a tasso rinegoziabile con opzione ogni 5 anni, con inizio a tasso fisso. Al momento della stipula il valore del tasso è un 6%, al termine del quinquennio si avrà la possibilità di esercitare l’opzione confermando se continuare con il tasso fisso o no.

Se decidessimo di proseguire con il tasso fisso, verrà considerato per il calcolo complessivo l’IRS 5 anni (aggiornato) più lo spread. Cosi per ogni 5 anni.

I mutui con opzione rappresentano uno dei punti di forza delle banche durante le loro proposte di finanziamento, in questa soluzione è possibile passare dal tasso variabile al fisso senza alcuna spesa aggiuntiva. Questa facoltà potrà essere esercitata ogni tre o quattro addirittura cinque anni, a seconda delle condizioni e scadenze programmate in fase di stipula.

Questo tipo di mutuo si rivolge a chi è ancora indeciso sulla scelta del mutuo e rimanda la scelta a data successiva. Aspetto positivo è quello che se i tassi diminuiscono e si è già optati per una scelta del tasso fisso, in questa soluzione si può approfittare nella rinegoziazione del tasso ad uno fisso più basso.