Il livello di solvibilità dell’Italia sta migliorando e, pertanto, anche gli investitori più timorosi stanno ora riprendendo in considerazione l’idea di acquistare Btp, i titoli di Stato a lungo termine, il cui spread (cioè, il differenziale di rendimento) nei confronti degli equivalenti titoli tedeschi sta continuando a diminuire, fino a scendere al di sotto della soglia dei 300 punti base.
A dispetto delle difficoltà internazionali, infatti, i titoli governativi italiani hanno battuto qualsiasi ipotesi di investimento, anche non equivalente. Si pensi alla performance dell’oro, che ha conseguito un rally importantissimo, o i principali e più appetibili bond su scala mondiale. Niente ha potuto sconfiggere il rendimento dei Btp a 10 anni, che hanno toccato tassi di redditività del 18,7%, contro il 15,5% del petrolio, il 9,2% del rame. Meglio dei Btp hanno fatto solo i prodotti legati all’argento (20,4%).
Ma come comportarsi in questo rinnovato scenario di euforia sui titoli di Stato italiani? Ecco quattro distinti profili comportamentali, con le conseguenze di investimento:
Acquistare ancora? La prima delle quattro strategie evolutive nell’attuale scenario è quella preferita dai “cassettisti”. Ovvero, acquistare ancora, mettere i titoli nel portafoglio, “dimenticarsi” del suo andamento durante il periodo di vigenza dello strumento, e prepararsi a incassare le cedole, senza farsi influenzare dalle oscillazioni di mercato. Chi pertanto appartiene a questa folta schiera di risparmiatori non può far altro che comprare ancora, evitando di vendere se si ha una vera ottica di lungo termine. Le cedole sono d’altronde piuttosto interessanti, visto e considerato che i rendimenti hanno toccato tassi periodi del 6%.
Tenere i titoli in portafoglio? Chi ha acquistato i Btp quando i loro prezzi erano ai massimi livelli, è dinanzi a un bivio: mantenere ancora i titoli in portafoglio per evitare le perdite, o sbarazzarsi di un investimento non ottimizzante e “ripartire” con altri strumenti? Il consiglio è in questo caso legato al primo comportamento: meglio tenere duro, mantenere i titoli in portafoglio e attendere tempi migliori.
Vendere e acquistare Bot? Contrariamente all’ipotesi di cui sopra, relativa a chi i Btp li ha comprati nel momento peggiore, i più fortunati (o i più lungimiranti) sono sicuramente stati quegli investitori che hanno acquistato i Btp nel novembre, quando i loro prezzi erano ai minimi storici. Tali risparmiatori hanno infatti consolidato un rendimento che sfiora oggi il 20%: considerato che le prospettive sul debito italiano rimangono positive, i gestori consigliano di prendere in seria considerazione la vendita del titolo a lungo termine, diversificando con l’acquisto di titoli a breve.
Attendere ancora? Chi non appartiene a nessuna delle due categorie di fortunati o di meno accorti, rientra probabilmente nella schiera di investitori che ha atteso (troppo) l’arrivo di tempi migliori, e oggi rimpiange l’assenza di serie opportunità di guadagno sui titoli di debito a lungo termine. Che fare dunque? A nostro giudizio, l’ipotesi legata all’acquisto odierno di Btp italiani rimane fortemente valida. E’ certo che i rendimenti record recentemente toccati non torneranno più, ma il tasso di redditività offerto dagli strumenti del Tesoro rimangono, a nostra opinione, piuttosto interessanti.
Molto interessante.