Azioni o CFD – Cosa Scegliere

I CFD, contratti per differenza, sono degli strumenti derivati che possono essere sottoscritti su asset quali indici, materie prime o, nella fattispecie oggetto del nostro odierno commento, azioni.

Ma per quali motivi un trader dovrebbe preferire l’investimento sui CFD sulle azioni rispetto all’investimento “diretto” nei singoli titoli azionari?

Abbiamo individuato 3 motivi per supportare le vostre convinzioni.

Economicità di trading
In primo luogo, il trading con i CFD sulle azioni è mediamente più economico rispetto al trading effettuato sulle azioni. Tra le diverse ragioni che supportano tale valutazione, il fatto che il trading sui CFD non sia per il momento soggetto ad imposta di bollo. Inoltre, le commissioni sugli acquisti e sui disinvestimenti azionari sono generalmente maggiori rispetto al complessivo pricing sui CFD.

Rialzo o ribasso dei mercati
In secondo luogo, con il trading sui CFD è possibile negoziare il proprio strumento finanziario di riferimento sia che il prezzo stia calando, sia che il prezzo stia crescendo. Pertanto, il trader che sa gestire opportunamente i propri impieghi sui CFD può facilmente conseguire un importante beneficio sia in acquisto che in vendita. E non è certamente un caso che molti investitori utilizzino proprio tali strumenti derivati per poter proteggere il proprio portafoglio titoli con uno strumento di copertura che possa sterilizzare gli effetti determinati da periodi di eccessiva volatilità.

Grandi guadagni (potenziali)
Ultimo cenno tra i principali vantaggi del trading con i CFD non può che essere indicato nei confronti della possibilità di utilizzare l’effetto leva, ovvero la marginazione. Su cosa significhi, ne abbiamo parlato più volte all’interno del nostro sito. Pertanto, ricordiamo in questa sede che mediante la leva si può fare trading senza dover impegnare l’intero valore della propria posizione, utilizzando dunque i propri fondi anche per altri investimenti.

Se quanto sopra non dovesse essere sufficientemente chiaro, cerchiamo di rendere più trasparente il contesto attraverso un semplice esempio. Immaginiamo di voler acquistare 1.000 azioni della società Intesa Sanpaolo, quotata sul listino principale della Borsa di Milano. E immaginiamo che le azioni della banca siano quotate a 2 euro. Se dovessimo acquistare direttamente le azioni, dovremmo sopportare un investimento di 2.000 euro. Con i CFD, invece, è spesso sufficiente depositare una quota minoritaria, pari al 5% o al 10% dello stesso importo che si dovrebbe pagare se invece si decidesse di acquistare azioni fisiche da un broker.

Il risultato dell’operazione (guadagno o perdita) sarà infatti regolato per differenza, con un passaggio monetario tra compratore e venditore, a seconda dell’esito.

Come Funziona l’Assegno Circolare

In questa guida spieghiamo come funziona l’assegno circolare.

Si tratta di un titolo di credito davvero utile per trasferire le somme di denaro tra persone
o imprese, o tra persone e imprese. Contrariamente a quanto avviene per un normale
assegno bancario, l’assegno circolare viene emesso dalla propria banca soltanto
quando sul conto ci sono effettivamente i fondi disponibili, rappresentando, proprio per
questo motivo, uno strumenti di circolazione di denaro sicurissimo per chi lo riceve.
Quando qualcuno di noi entra in possesso di un titolo del genere può essere pressoché
sicuro (a meno che fallisca la banca!!!) di essere in possesso di un titolo coperto e
capiente, in quanto la banca avrà stampato l’assegno soltanto dopo aver ottenuto e
preso in garanzia i fondi dal richiedente.

Detto in altri termini il richiedente, già nel momento in cui viene emesso l’assegno si
vedrà addebitarsi sul proprio conto corrente la somma prelevata. Quanto tempo si ha
per incassare un assegno circolare? L’assegno circolare ha una sorta di scadenza ( o
meglio si prescrive ), entro tre anni dalla sua emissione, come anche stabilito dall’art.
84, comma 2 della legge relativa all’assegno. Successivamente a questa data,
l’importo non riscosso viene segnalato al Ministero dell’economia e delle finanze e di
seguito viene versato sul Fondo depositi dormienti. Pertanto, ricapitolando, abbiamo tre
anni di tempo per poterlo riscuotere, tramite un cambio in contanti oppure attraverso
accredito diretto sul proprio conto corrente. Quali sono i tempi di rimborso dell’assegno
circolare? Facciamo l’ipotesi che abbiamo richiesto un assegno circolare (magari per
partecipare ad un’asta) e non lo incassiamo. Fino a quando possiamo avere la nostra
cifra indietro ed ottenere un rimborso? I tempi sono più lunghi fortunatamente in questa
ipotesi. Il diritto di richiedere il rimborso di un assegno circolare a fronte dell’emissione
del titolo è pari infatti a 10 anni dal momento dell’emissione dell’assegno circolare.
Pertanto colui che lo richiede avrà sette anni di tempo in più rispetto al beneficiario per
poter arrivare ad evitare la prescrizione.

Ciò ci apre ad un’altra possibilità, se abbiamo ricevuto un assegno circolare per essere pagati, ma sono passati più di 3 anni
possiamo richiedere a chi lo ha emesso di chiedere il rimborso per incassare
nuovamente il denaro. Cerchiamo pertanto di fare chiarezza sui vari termini utilizzati
fino a questo momento: se siamo i beneficiari di un assegno circolare e lo presentiamo
all’incasso dopo i 3 anni l’assegno sarà già prescritto, pertanto non sarà possibile
richiederne l’incasso in quanto la banca rifiuterà il pagamento. Se invece siamo i
richiedenti di un assegno circolare possiamo ottenere il rimborso del titolo fino a 10 anni
successivi alla sua emissione direttamente presso la banca o presso il Fondo depositi
dormienti.

L’assegno circolare è molto utilizzato in ambito doganale. Le aziende che importano
merci dall’estero e che, pertanto, devono pagare oneri doganali quali dazio ed IVA
possono farlo o in contanti o con un assegno circolare presentato all’atto
dell’importazione in dogana intestato alla Banca d’Italia con riferimento alla sezione
doganale di competenza. Anche da questo si desume l’affidabilità di questo strumento,
in quanto accettato anche dalla pubblica amministrazione per il pagamento di un tributo
così gravoso come l’iva e il dazio all’importazione di merci.

Rapporto di Credito Aziendale – Significato e Definizione

Il rapporto di credito aziendale è una relazione che indica lo stato economico di un’azienda. Il rapporto di credito aziendale contiene una serie d’informazioni di sintesi, che già ad una prima lettura, mi mettono in condizione di avere chiara la situazione che devo valutare. Pertanto la mia controparte è affidabile o meno sotto l’aspetto finanziario? Quante volte c’è capitato di essere dispiaciuti per una buona opportunità di vendita svanita, e ci giustifichiamo con l’impossibilità di averlo potuto sapere prima. Viceversa ci lamentiamo per i problemi d’incasso che stiamo incontrando su un nuovo rapporto, dove nella trattativa il nostro referente ci sembrava una persona così perbene e affidabile? Sono problemi all’ordine del giorno, che con la crisi sembrano solo accentuarsi e che portano ad un attendismo se non ad un immobilismo totale.

Se poi ho un’attività, diventa indispensabile poter avere informazioni sull’andamento del mercato in cui opero, per attivarmi con le politiche di marketing più idonee, sui vecchi e nuovi miei prodotti e/o servizi. Può essere interessante sapere come vanno i miei concorrenti, ma anche se i miei fornitori non hanno problemi. Come stiamo vedendo il rapporto di credito aziendale non è solo rivolto alla solidità finanziaria dei miei clienti ma può diventare uno strumento utile per la gestione della mia azienda.

Il problema è di sapere elaborare tutte queste informazioni in modo omogeneo ma integrate tra loro, mantenendo un costante aggiornamento, che è un requisito fondamentale vista la velocità con cui cambiano gli scenari. Solo in questo modo il rapporto di credito aziendale diventerà un vero e proprio investimento. Dobbiamo rivolgerci a un interlocutore con una “vision” internazionale, ma che sappia fornirci a livello informatico dei report precisi e completi.

Il possesso d’informazioni è fondamentale per ogni tipo di scelta, pensate a un investimento immobiliare , o all’acquisto di azioni o di obbligazioni di un’azienda, anche se conosco il mercato una verifica sull’attendibilità delle mie informazioni, visti gli importi in gioco, forse è indicata. La valutazione dei costi, nel caso di un’insolvenza evitata, deve essere confrontata, con l’importo che avrei perso, incrementato dei costi accessori (per es: gli avvocati, gli interessi attivi mancati o peggio quelli passivi pagati). Viceversa nel caso di una scelta che si è rivelata vincente, il costo andrà detratto dal rendimento che otteremo, anche negli anni futuri.

Come abbiamo avuto modo di vedere il rapporto di credito aziendale, in base alla nostra attività e agli investimenti che andremo a compiere diventa uno strumento prezioso, che a differenza dell’assicurazione, ha una funzione preventiva oltre ad essere uno strumento dinamico legato alla gestione quotidiana.

Come Investire con i Tassi a Zero

Con i tassi a zero dove investire? E’ la domanda che molte persone si stanno ponendo in questo periodo. Un quesito di non semplice soluzione, vuoi per gli aspetti geopolitici che stanno caratterizzando l’attuale scenario economico sia a livello nazionale sia internazionale, vuoi per i condizionamenti che ne possono derivare sulle valutazioni del singolo investitore.

È vero che per certe emissioni in euro o in dollari i tassi d’interesse sono a zero, questo però non vale per tutte le valute, né per tutti gli emittenti, pertanto, andando ad analizzare meglio il mercato, scopriremo che ci possono essere obbligazioni da prendere in esame per un investimento.

Abbiamo anche accennato alle valute, dove il dollaro ha raggiunto l’attuale rapporto di cambio contro l’euro. In particolare se viviamo nella zona euro, ci conviene tenere la nostra valuta, perché, in questa fase, diventerebbe altamente rischioso andare a puntare sull’ulteriore debolezza dell’euro, in uno scenario altamente volatile che richiederebbe un controllo continuo sulle quotazioni. Pertanto se non disponete di adeguate competenze e/o tempo, per operare sul Forex, oggi particolarmente attivo, o sulle monete digitali come quelle che abbiamo già trattato, e nello specifico il bitcoin , converrà rivolgersi ad operatori professionali.

Che cosa stanno facendo gli investitori istituzionali? Già da qualche tempo stanno incrementando gli investimenti in beni reali, e sembra che per i prossimi mesi il trend sarà mantenuto. I settori di maggior interesse sono quello immobiliare e quello delle aziende con elevata potenzialità di crescita. Basta pensare agli investimenti che stanno effettuando i fondi di investimento in una città come Milano o l’attenzione che esiste su nostre aziende, dalle banche alla moda. Gli obiettivi che si pongono sono quelli di comprare beni reali a prezzi interessanti, in funzione di mantenere e incrementare nel futuro, il valore del proprio patrimonio. Oggi l’inflazione è bassa ma le previsioni sono per un rialzo e lo stesso dicasi per i tassi di interesse.

Pertanto gli investimenti immobiliari , visti i prezzi interessanti, sono da tenere in considerazione, inoltre se fosse necessario un prestito, oggi è il momento ideale per richiedere un mutuo immobiliare.

Parlando sempre di beni reali, ci sono anche altre aree d’investimento, come quelle delle commodity, dei metalli preziosi e in particolare dell’oro, possiamo anche prendere in consierazione il mondo dell’arte o del collezionismo. Ricordiamoci che possiamo sempre operare anche nell’area finanziaria, attraverso l’acquisto di azioni, e di fondi comuni d’investimento, che investono in beni reali.

Ricapitolando, con i tassi a zero dove investire? Bisogna diversificare, con particolare attenzione alla percentuale d’investimento destinata ai beni reali, in particolare se acquistati con mutui, perché un rialzo dei tassi d’interesse, potrebbe compromettere il risultato atteso.

Come Fare Trading Intraday

Vediamo un metodo di trading “low risk” e “high profit”, oltre che “trend following”, che è possibile applicare ai mercati del forex. L’idea di operare nel breve termine è una cosa interessante. E’ molto allettante sedersi di fronte al computer per un’ora o due, quando non c’è nessun a casa che possa distrarre, e sentire la soddisfazione di guadagnare denaro dal proprio lavoro. Ma ci sono delle trappole sulla strada per il successo che occorre considerare. Una di esse è la mancanza di un sistema di trading che si possa tradurre in una serie di profitti. Ogni trader ha bisogno di un piano d’azione e il compito di un trader è quello di seguire quel piano senza inventare nuove regole. Se dunque considerassimo di voler operare nel breve periodo, magari facendo trading intraday (da qui il discorso di prima di avere un’ora o due di fronte al computer), ecco una interessante strategia da poter usare.

Quando si parla di “commercio intraday” ci si riferisce alla possibilità di aprire e chiudere una posizione entro la giornata. Se si ha intenzione di operare in questa maniera, ecco alcuni punti importanti da considerare.

Il tempo è denaro. Quando si fa trading intraday è necessario agire immediatamente quando ci si trova di fronte ad un segnale. La velocità è dunque una componente essenziale della strategia di trading. Se si esita, si perde denaro.

Lo spirito. Operare a breve termine richiede un sacco di energia e, allo stesso tempo, richiede l’essere assolutamente diligenti. È necessario attendere il momento giusto e prendere decisioni rapide.

Disciplina. Occorre avere un preciso insieme di regole per l’apertura e per la chiusura delle posizioni. Il trading intraday spesso attira coloro che sono entusiasti della possibilità di realizzare molti soldi ma, senza un sistema in atto, il fallimento è inevitabile. Inventare nuove regole al volo non funzionerà.