Esistono delle circostanze in cui si necessità di mantenere il proprio mutuo ipotecario volendo sostituire l’immobile fornito a garanzia (ipoteca). Casi in cui ad esempio si vuole comprare un’altra casa conservando il vecchio mutuo utilizzato per comprare la prima casa (venduta o in fase di vendita), soluzione che permetterebbe in effetti di ridurre sostanzialmente le spese legate all’accensione di un nuovo mutuo.
Oppure chi ad esempio ha contratto un mutuo costruzione dando in garanzia la casa dei genitori, una volta terminati i lavori vuole spostare l’ipoteca sul nuovo immobile e tenersi il mutuo (per via delle migliori condizioni).
Operazioni formalmente verosimili previo l’intervento da parte di un notaio, salvo consenso da parte dell’Istituto Bancario per la sostituzione d’ipoteca (garanzia). Ribadiamo il concetto che a livello giuridico è possibile, nel caso di mutuo ipotecario, costituire in accordo con la parte mutuante (banca) una nuova ipoteca su altri beni immobili. Ipoteca che si formalizzerà con grado e data dal momento della sua iscrizione, con successiva cancellazione della vecchia garanzia iscritta presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari.
Praticamente rimane molto difficile ottenere quanto sopra descritto, primo perché le banche non vedono di buon occhio la sostituzione della garanzia, secondo perché tali operazioni non vengono considerate appetibili dal punto di vista economico, terzo perché generalmente le banche si trovano spiazzate di fronte a tali richieste perché non di consueta operatività. Soprattutto quando il mutuatario è un soggetto fallibile, la banca si troverà costretta, per forza di cose, a valutare tutti i rischi del caso poiché la nuova garanzia avrebbe effetto solo dopo il suo consolidamento successivo al sorgere del credito.
Le spese relative all’operazione di sostituzione del bene concesso in ipoteca sono riconducibili in sostanza alla cancellazione della precedente ipoteca e costituzione della nuova garanzia.