Oltre ai mutui a tassi fisso ed a tasso variabile, troviamo la soluzione dei mutui a tasso rinegoziabile conosciuti anche come mutuo con opzione. La caratteristica base di questa tipologia di mutui è la possibilità che il mutuatario, durante la vita del mutuo e nelle condizioni previste dal contratto, può passare dal tasso fisso al variabile e viceversa e rinegoziare pertanto il mutuo.
Anche per i mutui a tasso rinegoziabile, è presente in talune proposte, il tasso d’ingresso.
Dopo un periodo dove la rata del mutuo è calcolata in base al tasso d’ingresso, al mutuatario spetta la scelta del tipo di tasso (fisso o variabile) per il calcolo delle successive rate, fino ad un determinato periodo previsto da contratto; dopo tale periodo al mutuatario si ripresenta l’opportunità di scegliere di nuovo il tipo di tasso da applicare al mutuo.
Il vantaggio principale nel rinegoziare il mutuo è dato dalla possibilità al mutuatario, di poter cambiare, volendo, il tipo di tasso applicato al mutuo. Di fronte a questa evidente elasticità, si può valutare e scegliere in base alla situazione finanziaria e di mercati attuali, se passare dal tasso fisso al tasso variabile o viceversa. Di contro, abbiamo che se si decide di rinegoziare il tipo di tasso applicato al nostro mutuo, quest’ultimo riviene calcolato in base alle condizioni del momento (attuali).
In breve, ogni volta che si avvicina la fine del periodo di opzione è possibile passare da un tipo di tasso all’altro, è come se materialmente si stipulasse un nuovo contratto di durata equivalente al periodo di efficacia dell’opzione. Quindi ogni volta il mutuo verrà regolato in base agli indici di quotazione del giorno di fine opzione. Lo spread rimarrà invariato per tutta la durata globale del mutuo mentre a cambiare sarà il tasso IRS per la soluzione del tasso variabile ed l’euribor di riferimento per il tasso variabile.
Supponiamo di avere stipulato un mutuo a tasso rinegoziabile con opzione ogni 5 anni, con inizio a tasso fisso. Al momento della stipula il valore del tasso è un 6%, al termine del quinquennio si avrà la possibilità di esercitare l’opzione confermando se continuare con il tasso fisso o no.
Se decidessimo di proseguire con il tasso fisso, verrà considerato per il calcolo complessivo l’IRS 5 anni (aggiornato) più lo spread. Cosi per ogni 5 anni.
I mutui con opzione rappresentano uno dei punti di forza delle banche durante le loro proposte di finanziamento, in questa soluzione è possibile passare dal tasso variabile al fisso senza alcuna spesa aggiuntiva. Questa facoltà potrà essere esercitata ogni tre o quattro addirittura cinque anni, a seconda delle condizioni e scadenze programmate in fase di stipula.
Questo tipo di mutuo si rivolge a chi è ancora indeciso sulla scelta del mutuo e rimanda la scelta a data successiva. Aspetto positivo è quello che se i tassi diminuiscono e si è già optati per una scelta del tasso fisso, in questa soluzione si può approfittare nella rinegoziazione del tasso ad uno fisso più basso.