La gestione ambientale riguarda i rapporti che intercorrono tra l’azienda e gli stakeholders, ovvero gli azionisti: quindi essa è rappresentata dall’impatto dell’attività aziendale sull’ambiente. Quando si parla di gestione ambientale sono dunque tre i modi in cui l’azienda può dimostrarsi responsabile: 1) le sfide ambientali; 2) le strategie aziendali; 3) la creazione di valore. Attraverso l’adempimento di tali comportamenti l’azienda in questione riesce ad “affrontare” l’ambiente: ciò vuol dire che essa affronta il problema della sua gestione e l’esperienza insegna che nella maggior parte dei casi l’impresa/azienda è in grado di creare valore quando si occupa delle tematiche ambientali. Vediamo nel dettaglio ognuno di questi comportamenti aziendali.
I comportamenti aziendali: le sfide ambientali
Una delle principali sfide ambientali che affronta l’impresa è quello delle leggi e regolamenti internazionali. Uno degli standard più importanti a cui l’azienda può aderire è il cosiddetto regolamento EMAS (tale sigla sta per Eco-Management and Audit Scheme) il qual è uno strumento volontario creato dalla Comunità Europea a cui possono aderire le varie organizzazioni. Ma l’azienda può aderire anche ad altre iniziative: 1.iniziative di enti ed istituzioni internazionali; 2.standard di settore (come il famoso ISO, l’International Organization for Standardization. In questo caso il settore è inteso come quello merceologico); 3.iniziative di enti ed istituzioni locali (un esempio tra tutti è quello di Agenda 21). A loro volta, gli interlocutori delle aziende potranno fornire il loro contributo in questo senso e aumentare la pressione in tema ambientale in diversi modi: a)incentivando la gestione delle materie prime, in particolar modo quella dei rifuti, b)i dipendenti possono richiedere maggiori norme in fatto di sicurezza ambientale, dimostrando così il loro interesse verso queste tematiche, c)l’uso razionale delle risorse e delle fonti di energia, d)gli investitori, come le banche e gli azionisti, hanno la possibilità di dare un impulso alle tematiche ambientali. C’è da dire che, soprattutto in quest’ultimo caso, gli investitori, ma anche altri soggetti come le compagnie di assicurazione (dunque, le persone e gli enti che investono il denaro) non vogliono che l’azienda possa subire il rischio di incappare in ostacoli che facciano generare per essa una situazione finanziaria negativa; inoltre, l’azionista non è interessato ad avere un’impresa/azienda che si dimostri etica, ma più che altro che essa rispetti e segua le normative ambientali, perché questo atteggiamento riflette un suo interesse peculiare. Appare ovvio come le pressioni esercitate da ogni tipologia dei differenti stakeholders spingano la gestione ambientale oltre i confini del business, orientandola verso l’ambiente.
Le strategie aziendali
Sono quattro le strategie aziendali che in sostanza possono essere adottate. Vediamole insieme. A) Miglioramento dell’immagine. È ovvio che un’azienda che ha provocato danni ambientali o il cui marchio è correlato a problematiche di questo tipo, subirà perdite importanti dal punto di vista economico (profitti, clienti…). B) Raggiungimento di nuove fasce maggiormente sensibilizzati verso l’ambiente e i suoi problemi: si crea così una sorta di mercato settoriale. C) Arricchimento e differenziazione dell’offerta: in questo caso si provvederà a rendere il prodotto più innovativo attraverso la sua diversificazione. D) Ricerca di cost-leadership: tale strategia si sostanzia in un particolare comportamento dell’azienda, la quale riorganizza il ciclo produttivo e tende a minimizzare gli scarti. Un ragionamento che può fare un’impresa che vuole adottare il giusto mix di marketing ambientale è questo: “l’azienda non deve essere necessariamente prima in termini di volume di scambi, ma dev’essere unica e quindi riconoscibile”. Un’azienda, per essere unica, deve effettuare scelte ben precise: essa sarà unica se le scelte che ha intrapreso hanno dato luogo a uno sconvolgimento. Quello che dunque interessa è il modo in cui l’azienda opera. Nelle prime tre tipologie di strategia aziendale si distingue il vero e proprio “ruolo verde” dell’impresa: verrà raggiunta una fascia maggiore di clienti sensibilizzati alla tematica ambientale se, ad esempio, l’impresa possiede degli alberghi che adottano prassi eco-compatibili. Invece, nel quarto tipo di strategia se si riesce a canalizzare l’impatto delle attività ambientali, si riapprofondisce il ciclo produttivo.
Comportamenti delle aziende
Sono diversi i comportamenti che assume solitamente un’impresa di fronte all’ambiente. Ecco quelli principali. 1) Aziende assenti. Vengono anche definite come “aziende negative”, in quanto non presentano né pongono alcuna priorità in quest’ambito, dato che hanno scarso o nessun interesse ad approfondire gli aspetti ambientali. 2) Aziende indecise. Le aziende indecise mettono al primo posto tra le loro priorità la conoscenza degli aspetti ambientali: ne conoscono infatti la situazione e l’evoluzione, ma non agiscono di conseguenza, anche perché nella maggior parte dei casi vivono l’aspetto ambientale essenzialmente come un costo. 3) Aziende responsabili. Esse considerano come priorità la conoscenza degli aspetti ambientali, anche in relazione al prodotto che commercializzano: a differenza delle aziende indecise, esse danno risposta alle azioni. 4) Aziende interessate. Le aziende interessate considerano come priorità la conoscenza e la comunicazione degli aspetti ambientali: hanno dunque un quadro molto chiaro della situazione e si relazionano verso l’esterno. 5) Aziende innovative. Considerano come priorità l’ambiente e le implicazioni che potrebbero avere su di esso i loro prodotti: in questo caso c’è dunque una copertura totale di ogni aspetto, che è conosciuto e continuamente aggiornato.