Come Diventare un Ortottista

La professione di ortottista – assistente in oftalmologia è regolamentata dal Decreto Ministeriale 14 settembre 1994, n. 743.
Questo professionista è specializzato nella prevenzione, valutazione e riabilitazione ortottica dei disturbi visivi.
Sono di sua competenza, in particolare, la valutazione e la riabilitazione dello strabismo e dell’ambliopia.
Si occupa, inoltre, dell’esecuzione degli esami strumentali oculistici e della rieducazione dei pazienti ipovedenti.
Tra i suoi compiti rientra anche la prevenzione visiva in età infantile, prescolare e scolare, con l’esecuzione di screening nelle scuole materne ed elementari, presso i consultori pediatrici, nei reparti di neonatologia e pediatria.
Può svolgere la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in qualità di dipendente o libero-professionista. Opera soprattutto negli ospedali, nelle ASL, nei servizi di medicina scolastica o del lavoro e negli istituti di neuropsichiatria infantile. L’accesso nelle strutture pubbliche avviene mediante pubblico concorso.

Formazione
Per intraprendere la professione di ortottista – assistente in oftalmologia è necessario conseguire la laurea di primo livello in Ortottica e assistenza oftalmologica, che ha anche funzione abilitante. L’accesso al corso di studi è a numero programmato: bisogna essere in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado e superare un test di ammissione, comune a tutti i corsi di laurea appartenenti alla Classe L/SNT02 – Lauree delle professioni sanitarie della riabilitazione. La prova d’accesso viene predisposta annualmente dal MIUR e comprende una serie di domande volte a valutare le capacità logiche e di interpretazione dei testi dei candidati, nonché le conoscenze nelle seguenti discipline: cultura generale e ragionamento logico, biologia, chimica, fisica, matematica.
Il corso è attivato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di alcune università italiane. Per maggiori informazioni sui corsi di laurea attivati presso gli atenei italiani consultare il sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Dopo aver conseguito la laurea di primo livello è possibile proseguire con gli studi in ambito universitario, frequentando un corso di laurea magistrale nel medesimo ambito. I corsi sono a numero programmato e limitati e vi si potrà accedere solo dietro superamento di una prova di ammissione.

Accesso alla professione
In Italia la professione dell’ortottista – assistente in oftalmologia è regolamentata per legge.
Per poterla esercitare è necessario essere in possesso della relativa laurea di primo livello, che ha anche funzione abilitante. Inoltre, è previsto l’obbligo di partecipazione a corsi di aggiornamento e qualificazione, nell’ambito del programma nazionale per la formazione degli operatori della sanità ECM – Educazione Continua in Medicina. Ulteriori informazioni sul sito del Ministero della Salute.
Nel 2006 è stata presentata al Senato una proposta di legge, a tutt’oggi ancora in fase di approvazione, che stabilisce i criteri per la definizione del profilo professionale e del percorso formativo dell’ortottista – assistente in oftalmologia.

Nell’Unione Europea
La professione di ortottista – assistente in oftalmologia è presente ed è regolamentata in molti Paesi europei. La libera circolazione è garantita dalle norme del Decreto Legislativo n. 115 del 1992[6], successivamente modificato dal Decreto Legislativo n. 277 del 2003.
I cittadini italiani che hanno conseguito un titolo professionale dell’area sanitaria in Italia e vogliono esercitare la professione in un altro Paese comunitario devono presentare domanda di riconoscimento del titolo all’autorità competente del Paese estero.
Coloro che hanno conseguito all’estero un titolo professionale dell’area sanitaria e intendono esercitare la professione in Italia devono presentare al Ministero della Salute italiano una richiesta di riconoscimento del titolo, utilizzando gli appositi modelli scaricabili direttamente dalla pagina del sito del Ministero

Come Risparmiare su un’Auto

Per chi non si può permettere di comprare o mantenere un’auto, per chi ne fa un utilizzo saltuario esistono oggi molte alternative. Dalla condivisione dell’auto (car pooling), al Car Sharing, al noleggio a lungo termine o il leasing. Le prime due alternative sono sicuramente le più “ecologiche” in quanto basate sul concetto di far utilizzare la stessa auto a più persone, permettono così di ridurre le auto in circolazione, le emissioni inquinanti e contribuendo ad un risparmio energetico.

Car pooling e Car sharing
Se più persone utilizzano una sola auto per effettuare lo stesso tragitto diminuiscono traffico ed inquinamento oltre a risparmiare sulla benzina. Il car pooling consiste in pratica nel condividere l’auto con colleghi, amici o amiche tra chi va nella stessa direzione, con suddivisione delle spese. Ha un po’ sostituito in pratica il vecchio autostop, utilizzato ora in una forma più organizzata e comoda, sfruttando le potenzialità della rete.
Il car pooling è molto diffuso in Europa, soprattutto in Olanda e Germania, dove gli iscritti al servizio sono oltre un milione, in Italia sta cominciando a muoversi qualcosa.
Per esempio nelle Autolaghi (la A8 e A9) chi usa il car pooling con almeno 4 passeggeri a bordo può sfruttare le piste per il pagamento dedicato e uno sconto sul pedaggio del 70% (da 1,50 euro a 50 cent).
Anche in molte aziende sta cominciando a prendere piede il car pooling, addirittura creando una figura, il Mobility Manager, che aiuta i dipendenti a organizzare tra loro il car pooling. Alcune aziende mettono a disposizione delle auto da condividere. Il vantaggio economico è evidente: minor costi per tutti, risparmio energetico e minor inquinamento.

Il Car Sharing (che significa condivisione dell’automobile) è utilissimo soprattutto in città e consiste in una sorta di affitto per brevissimo tempo (anche solo per mezz’ora) del veicolo. Qui il concetto è sempre quello di far utilizzare la stessa auto a più persone diminuendo quindi le auto in circolazione, le emissioni inquinanti e aumentando il numero di parcheggi disponibili. Il servizio è utilizzabile 24 ore su 24 e conviene a chi vive in città e percorre meno di 10.000 km all’anno e soprattutto a chi non vuole aver problemi di parcheggio in quanto generalmente il car sharing permette di parcheggiare nelle aree a pagamento gratuitamente. Inoltre il costo del car sharing è scaricabile da chi ha partita iva.

Noleggio e Leasing
Il noleggio consiste in un contratto di affitto prolungato (lo standard prevede da 12 a 60 mesi) in cui il locatario (chi utilizza l’auto) paga al locatore (chi affitta) un canone periodico che include il costo dell’auto e quello per i servizi (dai tagliandi all’assicurazione al cambio gomme). Al locatario non resta che fare il pieno e guidare. La soluzione dell’affitto a lungo termine è vantaggioso soprattutto per le aziende che ne traggono un vantaggio fiscale.

Infine sempre per chi non vuole acquistare l’auto esiste l’alternativa del leasig, un contratto finanziario che permette di utilizzare un’auto pagandola con una rata periodica mensile, definita canone. Al termine del contratto si può restituire l’auto oppure riscattarla, pagando una rata finale di importo variabile tra l’1% e il 30% del prezzo d’acquisto, comunque un valore sempre concordato al momento della stipula del contratto.

Come Diventare Igienista Dentale

La professione di igienista dentale è regolamentata dal Decreto Ministeriale 15 marzo 1999, n. 137.
Questo professionista si occupa di prevenzione delle affezioni orodentali. Svolge attività di educazione sanitaria dentale e partecipa a progetti di prevenzione primaria nell’ambito del sistema sanitario pubblico; collabora alla compilazione della cartella clinica del paziente odontoiatrico e provvede alla raccolta di dati tecnico-statistici. Inoltre, esegue la detartrasi (pulizia dei denti), gli sbiancamenti dentali professionali e provvede alla levigatura delle radici e all’applicazione di farmaci nel cavo orale.
Istruisce i pazienti sulle varie metodiche di igiene orale e sull’uso dei mezzi diagnostici idonei a evidenziare la placca batterica e la patina dentale, motivando l’esigenza dei controlli clinici periodici; indica, infine, le norme di un’alimentazione corretta ai fini della tutela della salute dentale.

Formazione
Per intraprendere la professione di dietista è necessario conseguire la laurea di primo livello in Igiene dentale, che ha anche funzione abilitante. L’accesso al corso di studi è programmato: bisogna essere in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado e superare un test di ammissione, comune a tutti i corsi di laurea appartenenti alla Classe L/SNT03 – Laurea delle professioni sanitarie tecniche. La prova d’accesso viene predisposta annualmente dal MIUR e comprende una serie di domande volte a valutare le capacità logiche e di interpretazione dei testi dei candidati, nonché le conoscenze nelle seguenti discipline: cultura generale e ragionamento logico, biologia, chimica, fisica, matematica.
Per maggiori informazioni sui corsi di laurea attivati presso gli atenei italiani consultare il sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Dopo aver conseguito la laurea di primo livello è possibile proseguire con gli studi in ambito universitario, frequentando un corso di laurea magistrale nel medesimo ambito. I corsi sono a numero programmato e limitati e vi si potrà accedere solo dietro superamento di una prova di ammissione.

Accesso alla professione
In Italia la professione dell’igienista dentale è regolamentata per legge[4].
Per poterla esercitare è necessario essere in possesso della relativa laurea di primo livello, che ha anche funzione abilitante. Inoltre, è previsto l’obbligo di partecipazione a corsi di aggiornamento e qualificazione, nell’ambito del programma nazionale per la formazione degli operatori della sanità ECM – Educazione Continua in Medicina. Ulteriori informazioni sul sito del Ministero della Salute.
Attualmente l’igienista dentale è una delle professioni sanitarie mancanti di ordine professionale e relativo albo. Infatti, la Legge n. 43 del 2006, che ne prevedeva l’istituzione entro il 4 marzo 2008, a causa della sua complessità, non è stata applicata. A seguito di ciò, il 19 dicembre 2008 è nato il CONAPS – Coordinamento Nazionale delle Associazioni delle Professioni Sanitarie, che ha fra le sue priorità l’equiparazione legislativa di tutte le professioni sanitarie e, di conseguenza, l’istituzione degli albi professionali per quelle professioni che ne sono ancora mancanti.

Nell’Unione Europea
La professione di igienista dentale è presente ed è regolamentata in molti Paesi europei. La libera circolazione è garantita dalle norme del Decreto Legislativo n. 115 del 1992[6], successivamente modificato dal Decreto Legislativo n. 277 del 2003.
I cittadini italiani che hanno conseguito un titolo professionale dell’area sanitaria in Italia e vogliono esercitare la professione in un altro Paese comunitario devono presentare domanda di riconoscimento del titolo all’autorità competente del Paese estero.
Coloro che hanno conseguito all’estero un titolo professionale dell’area sanitaria e intendono esercitare la professione in Italia devono presentare al Ministero della Salute italiano una richiesta di riconoscimento del titolo, utilizzando gli appositi modelli scaricabili direttamente dalla pagina del sito del Ministero.

Quali Sono i Rischi delle Obbligazioni Sovrane

I titoli di debito pubblico è una delle classi più antiche di investimenti di capitale nel mondo, in quanto i governi nazionali li hanno emessi per secoli.
Oggi, il debito sovrano costituisce un importante pilastro di molti portafogli di investimento istituzionali, e sta diventando sempre più popolare anche presso gli investitori individuali.

Che cosa è debito sovrano?
Il debito sovrano (chiamto anche Sovereign debt) può essere suddiviso in due grandi categorie.
Obbligazioni emesse da grandi economie sviluppate (come la Germania, Svizzera e Canada), che di solito hanno un rating molto alto e sono considerate estremamente sicure e offrono bassi rendimenti. Oppure, la seconda categoria del debito sovrano, sono obbligazioni emesse da paesi in via di sviluppo – spesso indicati come mercati emergenti. Queste obbligazioni spesso hanno rating inferiori rispetto a quelle delle nazioni sviluppate, e possono effettivamente essere valutate come spazzatura. In quanto sono percepite come obbligazioni rischiose queste forniscono rendimenti più elevati.

Perché investire nel debito sovrano
Perché questi titoli sono emessi da governi nazionali, e quindi certamente più sicure rispetto a quelle emesse dalle singole società quotate in borsa (anche se, questo è tutto relativo – i titoli di stato emessi dal Venezuela potrebbe essere più sicuri delle obbligazioni delle società del Venezuela, ma questo non necessariamente li rendono sicure).
Questo ha senso per diversi motivi:

i Governi sono maggiormente in grado di rifinanziare il proprio debito e garantire una stabilità dei flussi di cassa grazie alle tasse
Anche se i titoli di stato sono considerati spazzatura in quasi tutti i casi sono certamente più sicuri delle obbligazioni emesse dalle società di quel Paese
Oltre ad essere relativamente più sicuri, i titoli di debito sovrano possono anche produrre ritorni impressionanti. Nel caso di obbligazioni di elevata qualità dei Paesi sviluppati, obbligazioni con rendimenti generalmente bassi, queste rendono sicuramente nei periodi di stress di mercato, cioè quando c’è un’eccessiva liquidità e quindi alla rincorsa di investimenti più produttivi. Visto che sono generalmente più rischiose, le obbligazioni dei mercati emergenti spesso offrono rendimenti più elevati rispetto alle obbligazioni delle nazioni sviluppate.

Rischi di debito sovrano
La capacità di un governo di pagare i suoi debiti è in funzione della sua posizione economica.
Un paese con una forte economia, con un debito gestibile, moneta stabile, gettito fiscale forte ha probabilmente più possibilità di ripagare il proprio debito. Questa capacità di solito è riflesso di un forte rating dato dalle agenzie di rating più importanti. Una cosa molto importante da considerare è l’evoluzione demografica di quel Paese: se c’è un trend in crescita della popolazione o un basso innalzamento del livello medio di età, questo significa che quel Paese ha più popolazione attiva che paga le tasse e che contribuisce produttivamente, e non solo nei consumi, allo sviluppo della sua economia.

La volontà di un governo di ripagare il suo debito è spesso una funzione del suo sistema politico e della leadership di governo. Un governo può decidere di non ripagare il proprio debito, anche se ha la capacità di farlo. Questo di solito si verifica a seguito di un cambio di governo o nei paesi con governi instabili. Questo rende l’analisi del rischio politico una componente importante di investire in obbligazioni sovrane.

Piano di Ammortamento del Mutuo – Significato e Definizione

Quando si parla di mutuo si sente spesso parlare di piano di ammortamento, ma sono pochi quelli che davvero sanno cosa risulta essere e come si calcola per un mutuo.
Per piano d’ammortamento si intende il programma strutturato dall’istituto di credito erogante il mutuo per l’estinzione o per la riduzione del capitale prestato; è particolarmente utile per avere un quadro preciso passo per passo del costo del mutuo per tutta la durata del contratto.
Il piano di ammortamento non dev’essere necessariamente statico, ma può essere rivisto e rivalutato in base ai cambiamenti del mercato (soprattutto nel caso di mutuo a tasso variabile) o alle rinnovate condizioni per specifiche richieste da parte della parte richiedente il mutuo.

Esistono diversi metodi per calcolare un piano di ammortamento: i metodi all’italiana e alla francese sono i più utilizzati, ma vengono spesso impiegati anche quelli alla tedesca e all’americana.
Nel piano d’ammortamento all’italiana la rata è composta da due parti: una è quella relativa alla quota capitale e l’altra agli interessi; man mano che il debitore restituisce il capitale imprestatogli, la rata decresce secondo uno schema preciso: resta, infatti, costante la quota capitale ma diminuiscono gli interessi. Questa formula consente un risparmio sugli interessi complessivi perché permette una rapida estinzione del capitale, che va ad assottigliarsi senza che diminuisca la quota capitale di ogni rata, con gli interessi che vengono calcolati sul capitale residuo di ogni rata. Dei quattro, quello italiano è il più conveniente.

Il piano d’ammortamento alla francese utilizza una metodologia di calcolo diversa da quello all’italiana ed è il più utilizzato a livello internazionale; a differenza di quello italiano, il piano di ammortamento alla francese prevede rate costanti per tutta la durata del contratto di mutuo.
In questo caso abbiamo una quota interessi decrescente, che viene via via ricalcolata con l’assottigliarsi del capitale residuo da restituire, mentre la quota capitale è crescente, perché viene calcolata sottraendo una quota interessi sempre più bassa dal valore costante della rata.

Il sistema tedesco non si discosta granché da quello francese, dal momento che anche in questo caso la quota interessi è decrescente e quella capitale è crescente, ma in questo caso la prima rata corrisposta sarà esclusivamente di interessi e l’ultima esclusivamente di capitale; la quota interessi viene infatti corrisposta anticipatamente in relazione al periodo di riferimento (a seconda che sia stato approntato un piano di restituzione a scadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale).
Il piano di ammortamento all’americana è invece scarsamente utilizzato per la sua complessità e per la scarsa convenienza e in termini generali si può dire che è basato su due diverse operazioni, una di finanziamento e una di investimento, con le due componenti che restano costanti per tutta la durata del contratto.

Sul sito potrete trovare diversi link per calcolare la rata del vostro mutuo, comparando le diverse offerte attualmente presenti sul mercato e ottenendo così un risparmio indicativo sul costo totale. Ottenere dei preventivi è semplice, basta compilare i formi di richiesta che possono essere facilmente raggiunti grazie ai link che sono stati inseriti nel sito.