Come Investire in Monete

Il mercato dei metalli preziosi ultimamente è in un periodo d’oro. I metalli preziosi, infatti, sono stati la classe di investimenti finanziari più rilevante degli ultimi anni e con questa tendenza che sembra continuare, sempre più investitori si affacciano a questo mercato. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, e come scegliere le monete da investimento in oro e argento in base a criteri di guadagno reale e garanzia di investimento sicuro.

A dire il vero, ci sono numerosi strumenti di investimento nei metalli preziosi a disposizione del singolo investitore, tra cui contratti futures e opzioni, buoni dello stato, oro digitale, ETF, fondi comuni, quote minerarie, nonché la proprietà fisica dell’oro stesso. Tutti consentono ad un investitore di aggiungere al proprio portafoglio una quota di investimento in metalli preziosi.
Tuttavia, ognuno di questi strumenti è unico nella sua natura e complessità, e investire su di loro richiede una conoscenza specifica dei loro vantaggi / svantaggi individuali e dei rischi / benefici. Questa guida fornisce una discussione approfondita su quello che è forse il modo più semplice e conveniente per un singolo di acquisire e possedere fisicamente l’oro, l’argento e il platino, investendo in prodotti conosciuti come monete da investimento.
Le monete da investimento sono prodotti in metallo prezioso altamente rifiniti, di forma arrotondata (al contrario delle barre che hanno forma rettangolare), realizzati appositamente per scopi di investimento, seguendo le direttive specifiche dei governi federali in tutto il mondo. Queste monete sono prodotte in grandi quantità e sono disponibili in una varietà di formati: una, mezza, un quarto e un decimo di oncia.Il loro contenuto – cioè il peso e la purezza dei metalli preziosi in esse contenuti – sono garantiti dai governi che li producono. Sono inoltre considerate come monete a corso legale nel paese d’origine, ma in realtà vengono valutate sul mercato per il loro contenuto di metalli preziosi.

Il Sud Africa ha introdotto la prima moneta da investimento – il Krugerrand d’oro – nel 1970. Da allora, molti altri paesi cominciarono a produrre una propria serie di monete da investimento in oro, argento e platino, tra cui gli Stati Uniti (American Eagle), il Canada (Maple Leaf), l’Australia (Kangaroo), l’Austria (Filarmonica) e Cina ( Panda), per citarne solo alcuni. Il Congresso degli Stati Uniti, ad esempio, ha commissionato alla zecca di stato di produrre le monete d’investimento American Eagle in oro e in argento nel 1986 e più tardi, nel 1997, anche quella in platino.
Per comprendere meglio la natura e la funzione di una moneta da investimento, prendete in considerazione questo estratto dal sito web della zecca degli Stati Uniti: “Una moneta da investimento è una moneta che è valutata secondo il suo peso in un certo metallo prezioso. A differenza delle monete commemorative o numismatiche che vengono valutate in base alla tiratura limitata, alla rarità, alla condizione ed all’età, le monete da investimento sono acquistate da investitori che cercano un mezzo semplice e tangibile per possedere e investire nei mercati di oro, argento e platino”.

Le monete da investimento vengono considerate come “fior di conio”, perché anche se sono comprate e vendute nel mercato quotidiano dei metalli preziosi, questo avviene secondo il valore derivato dal metallo prezioso in esse contenuto, e in realtà non circolano in nessuna economia nazionale del mondo né sono utilizzate, nel tradizionale senso commerciale, come denaro o come mezzo di scambio.

Oggi, le monete da investimento sono ampiamente scambiate in tutto il mondo come forma di materia prima dei metalli preziosi, secondo un sistema globale di concessionari e rivenditori, e i loro valori di mercato sono pubblicizzati universalmente con cadenza quotidiana. Sebbene legate al valore datole dal corso legale del governo che le conia, le monete da investimento vengono scambiate sul mercato ad un sovrapprezzo modesto, che supera di poco (in genere del 3 – 15% a seconda delle dimensioni della moneta) il valore dei metalli preziosi usati per creare la moneta. Perciò, il loro valore effettivo di mercato non ha alcuna diretta relazione con quello che può essere il corso legale assegnato a una certa moneta (detto anche valore nominale).

Risulta essere importante capire che il sovrapprezzo applicato a una moneta da investimento che grava sul normale “prezzo di mercato” riflette i costi di produzione, assicurazione, trasporto, movimentazione e stoccaggio, così come il profitto del produttore e del rivenditore, tutti costi associati alla produzione, vendita e consegna della moneta. Questo sovrapprezzo non è un valore attribuito alla moneta per via della sua rarità o unicità, come può essere il sovrapprezzo pagato per le monete rare. Infatti, le monete da investimento sono prodotte appositamente in grandi quantità dai governi federali per garantire che non diventino “rare” o “irreperibili”, ma rimangano disponibili come i molti tipi di barre e lingotti che vengono prodotti a fini di investimento.

Nel riconoscere le monete in metalli preziosi come fonte di investimento, il Wall Street Journal e altre importanti pubblicazioni finanziarie di tutto il mondo pubblicano ogni giorno feriale i prezzi di mercato non solo di oro, argento, platino e palladio ma anche i prezzi delle monete da investimento maggiormente diffuse al mondo.
A dire il vero, ci sono notevoli vantaggi per l’investitore che desideri possedere fisicamente metalli preziosi acquistando monete da investimento. Ad esempio, dato che sono prodotte e garantite dai governi federali, le monete da investimento sono universalmente accettate da parte dei rivenditori di lingotti e monete, e da molte banche, in tutto il mondo. Pertanto sono ad alta liquidità e immediatamente scambiabili senza la necessità di test costosi e che richiedono tempo, come richiesto per barre e lingotti.
Inoltre, molti investitori hanno scoperto che le grandi quantità di monete da investimento che posseggono sono facilmente divisibili, permettendo loro di venderle rapidamente o lasciarle in eredità, dividendole in minori quantità a seconda della necessità del momento. Altri vantaggi nel possedere monete da investimento sono la semplicità del trasporto e la perfetta adattabilità per consegna, trasporto personale e / o stoccaggio in una cassetta di sicurezza bancaria o in una cassaforte privata, se lo si preferisce.

Forse l’unico inconveniente quando si acquista un gran numero di monete (400 monete da un’oncia, per esempio) è il sovrapprezzo un po’ più alto che dev’essere pagato all’atto del loro acquisto, rispetto al sovrapprezzo pagato per un quantitativo equivalente di metalli preziosi acquistati sotto forma di barre (una barra d’oro da 400 once, per esempio). Tuttavia, gli svantaggi di possedere una barra in contrapposizione a delle monete sono molti (tra cui le maggiori dimensioni, la necessità di deposito o quella di un costoso test se viene scelta la modalità di conservazione privata). Inoltre, una parte significativa del sovrapprezzo che si paga originariamente quando si acquistano le monete viene riguadagnata al momento della loro vendita.
Senza dubbio, se si vuole beneficiare dei molti vantaggi che comporta il possesso di metalli preziosi, come parte del proprio portafoglio investimenti, la proprietà diretta attraverso l’acquisizione di monete da investimento è una scelta eccellente. Si dovrebbe però comprendere appieno tutte le sue implicazioni. Per saperne di più sui vantaggi di possedere monete da investimento in metallo prezioso, ed essere certi del vostro investimento, è consigliabile effettuare un colloquio con un rivenditore di metalli preziosi esperto ed affidabile, prima di fare un tale investimento.

Come Risparmiare sulla Benzina

Il costo della benzina incide in maniera cospicua sul bilancio familiare e purtroppo come abbiamo visto più volte il prezzo del carburante tende e tenderà sempre a salire, indipendentemente dal costo delle materie prime.
L’unico modo per difendersi da questo “furto” se non si può rinunciare all’alimentazione a benzina è quello di adottare un comportamento più attento che ci consenta di risparmiare.
Ecco qualche piccolo accorgimento per consumare meno benzina al volante.

Secondo le compagnie petrolifere nel nostro la benzina è più cara rispetto ad altri paesi anche perché gli italiani non utilizzano i vari strumenti di risparmio come per esempio il fai da te. La maggior dei clienti dei distributori (bel in 60%) pare infatti che sia abituata a farsi servire dal distributore snobbando il fai-da-te. Non sarà certo un gran risparmio ma è stato calcolato che scegliendo il self service, a fine anno restano in tasta circa 25 euro in media in più.

Le cosiddette “pompe bianche” non sono altro che distributori indipendenti dalle grandi compagnie petrolifere. Nella maggior parte dei casi sono piccoli imprenditori che gestiscono uno o due impianti. Hanno minori costi di gestione e non sono gravati dal peso delle campagne pubblicitarie. Alla fine, insomma, riescono ad ottenere prezzi di vendita inferiori tanto da risparmiare fino a 10 centesimi al litro.

Ha cominciato Eni. Dal 16 giugno fino al 3 settembre, dalle 13 di sabato fino alle 7 di lunedì, nei distributori che aderiscono all’iniziativa, diesel e benzina costano meno, con un unico prezzo in tutta Italia. Le reazioni della concorrenza non sono mancate, con Q8, Esso e Ip ed altri distributori indipendenti.

Usare piccoli accorgimenti durante la guida dell’auto e tenere il veicolo in buone condizioni fa risparmiare carburante e di conseguenza, diminuisce le emissioni di CO² nell’atmosfera, contribuendo a combattere l’effetto serra.

Lo stile di guida influenza molto i consumi di benzina. Se è rilassato permette di risparmiare fino al 10% di carburante. Niente partenze a razzo quindi, non passare alle marce superiori e non “tirare” il motore per aver più scatto, mantenere sull’autostrada una velocità di crociera di 120 km/h invece che toccare i 130, mantenere la distanza di sicurezza per evitare di frenare a singhiozzo, togliere il piede dall’acceleratore e decelerare prima dei semafori funziona. Se poi si spegne il motore quando si è imbottigliati nel traffico, si risparmia il 10% in più.

Usare troppo il condizionatore non è una grande idea, neppure in piena estate: può far aumentare i consumi addirittura del 20%. Scendere a temperature polari, poi, costa ancora di più. Meglio accenderlo soltanto quando è indispensabile. Anche esagerare con le aperture ha il suo peso: tettucci e finestrini, mentre si viaggia, hanno un effetto frenante e portano a consumare troppo carburante. Meglio aprirli il tempo necessario al ricambio d’aria e poi chiuderli.

Un filtro d’aria otturato fa consumare dal 10 al 15% di benzina in più. L’olio lubrificante troppo vecchio sforza il motore, una convergenza errata delle ruote aumenta l’attrito. Meglio programmare un check up completo una volta all’anno, in un’officina di fiducia. E poi le gomme: se sono sgonfie, si ha maggior attrito e la vettura viene, quindi, frenata. L’ideale sarebbe poter controllare la pressione delle gomme ogni due settimane. Anche gli pneumatici troppo sgonfi danno problemi con le sospensioni.

Chi pensa che la propria auto abbia bisogno di riscaldarsi prima di mettersi in moto, o peggio ancora accende il motore per attivare il riscaldamento ancor prima di salire in auto, si comporta da spendaccione e dimostra pochissimo senso civico. Le vetture non hanno più bisogno di riscaldarsi da secoli, neppure in inverno.

Infine ogni chilo in più sull’auto è benzina in meno nel serbatoio quindi meglio lasciare a casa gli oggetti inutili che spesso ingombrano il bagagliaio quasi fosse un ripostiglio. Tenere sul tetto della vettura un portapacchi o un portasci anche quando non è necessario, inoltre, aumenta il consumo di carburante. Meglio toglierli.

Come Utilizzare il Forno Elettrico Senza Sprecare Energia

Il re della cucina è sicuramente il forno; viene utilizzato per cuocere, riscaldare, scongelare. Ma è anche l’elettrodomestico che sicuramente se non usato a dovere fa lievitare la bolletta della luce, in quanto è uno di quelli che consumano più energia elettrica.
Ecco come sceglierlo ed utilizzarlo per evitare sprechi di energia.

Al momento dell’acquisto del forno elettrico occorre considerare la classe di efficienza energetica, leggendo bene l’etichetta obbligatoria presente sulla confezione. E’ qui infatti che si trovano informazioni utili per aiutare il consumatore a compiere una scelta basata sul risparmio energetico.
Per esempio un forno medio di classe A consuma 0.80 kWh, quello di classe B richiede circa 1 kWh e un apparecchio di classe C arriva anche a 1.20 kWh di consumo.

Al momento dell’acquisto è utile assicurarsi anche che il forno elettrico sia dotato di uno sportello in vetro, perché garantisce un’ottima visibilità all’interno, consentendo di controllare lo stato di cottura degli alimenti senza aprire il forno evitando così sprechi di calore.

I forni ventilati permettono all’aria calda prodotta di circolare creando uniformità di temperatura all’interno. Il forno resta più caldo e c’è una riduzione significativa del consumo di elettricità. Oltre a tagliare i tempi di cottura, i forni ventilati permettono di cuocere simultaneamente più preparazioni poste su livelli diversi della camera di cottura.

Innanzitutto è buona abitudine non preriscaldare il forno se non quando indispensabile.
Per controllare le condizioni di cottura delle preparazioni, lo sportello del forno non va aperto molto e troppo a lungo, poiché si ha una dispersione di aria calda che farà consumare altra energia per riportare il forno alle condizioni di temperatura precedenti.
Si può spegnere il forno qualche minuto prima della completa cottura, che verrà ultimata sfruttando il calore residuo.

Congelare i cibi che avanzano per poterli riutilizzare nei giorni successivi è una buona abitudine per ridurre gli sprechi ma lo scongelamento del forno elettrico richiede comunque tempo ed elettricità.
La soluzione consiste nell’estrarre dal freezer con adeguato anticipo ciò di cui si ha bisogno, in modo che il forno riesca a scongelare il cibo rapidamente.

Anche la pulizia del forno si rivela oltre che un’operazione necessaria per mantenere sempre efficiente il forno, anche utile dal punto di vista del risparmio energetico perché i residui di cibo che restano all’interno ne rendono più lunga e dispendiosa la riaccensione.

Come Risparmiare Energia Quotidianamente

meno ed essere energeticamente autonomi servono piccoli gesti, alcuni accorgimenti e qualche investimento. Ecco alcune cosa da sapere o semplicemente ricordare per vivere nel quotidiano in maniera ecologica risparmiando.

Piccoli gesti
Per ridurre le spese quotidiani essere ecologici ed autonomi bastano piccoli gesti.
Si può cominciare utilizzando solo lampadine a basso consumo, spegnere totalmente (non in stand-by) tutti gli apparecchi quando non vengono utilizzati, staccare dalle pareti i caricatori non in uso. Questi accorgimenti ti aiutano a risparmiare in un anno almeno 100 euro.
Investimenti sulla manutenzione della casa più finalizzati alla riqualificazione energetica sono: cambio degli infissi, installazione dei doppi vetri per non disperdere il calore che c’è all’interno.

Acquisti e riciclo
Quando si fa la spesa, scegliere in base agli imballaggi: meno ce ne sono meglio è. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo i rifiuti. Fare poi la raccolta differenziata è un obbligo oltre che morale, di legge e non prendere multe una forma di risparmio.

Sfruttare il sole
Sfruttare i benefici del sole è la scelta primaria per produrre energia rinnovabile e pulita. Dai pannelli solari ai mini impianti fotovoltaici, dal solare termico ai piccoli oggetti dotati di celle, il sole è una risorsa naturale disponibile in abbondanza e assolutamente ecologica che ci permette di risparmiare.

Sfruttare il vento
Così come è possibile sfruttare l’energia del sole, tanto vale per l’energia eolica. Grosse pale eolico non sono alla portata di tutti ma spesso ci si può avvalere di mini impianti eolici per il tetto disponibili in commercio.

Energie alternative
Camminare, correre, fare piccoli gesti può generare corrente elettrica. Se si pensa che in Asia alcune piazze pubbliche alimentano i lampioni dell’intera area grazie al passaggio dei passanti è davvero straordinario.
Nel nostro piccolo possiamo pensare di collegare una cyclette ad un generatore per alimentare una turbina elettrica.
La realizzazione dell’impianto non è molto complessa ed è sempre possibile contattare un professionista e farsi aiutare da lui. In alternativa si può acquistare un’unità completa già montata. Così sarà possibile fare ginnastica e allo stesso tempo produrre corrente.

Evitare le pile
Di oggetti che aiutano a risparmiare energia ce ne sono tanti. Dai caricatori solari a quelli eolici, dai telecomandi ad energia cinetica agli orologi che funzionano ad acqua. Le vecchie ed inquinanti pile stanno finendo pian piano nel dimenticatoio a fronte di nuove, sane ed ecologiche energie rinnovabili automatizzate.

Monitorare l’energia consumata
Se hai dotato la tua abitazione di impianti fotovoltaici, è fondamentale che continui l’investimento rimodernando gli elettrodomestici. Da oggi non hai più bisogno del gas. Con l’energia elettrica puoi fare tutto: cucinare, riscaldarti e rinfrescare gli ambienti. Sostituisci la vecchia cucina a gas con una nuova cucina elettrica. Installa i condizionatori e spegni i termosifoni.
Essere a conoscenza di dove e quando l’elettricità viene utilizzata, può ridurre incredibilmente il consumo di energia. Esistono dei monitor che controllano l’energia sprecata in tutta la casa. Un sensore è installato nella rete elettrica, e l’utente può vedere quanta energia viene consumata. Ne esistono di diverse tipologie e costi: i più economici si aggirano intorno ai 40 euro.

Raccogliere acqua piovana
Anche l’installazione di una cisterna per raccogliere l’acqua piovana rappresenta un risparmio energetico. L’utilizzo più immediato è quella per lo scarico del bagno o per annaffiare le piante.

Utilizzare la rete per risparmiare
Internet è il sistema di comunicazione più diffuso al mondo. Utilizzare i programmi esistenti come Skype ed altri per chiamare, Facebook per chattare e Skebby per inviare sms è assolutamente conveniente. Verificare sempre se esistono “hotspot” ovvero zone wireless, che ti permettono di collegarti gratuitamente ad internet con il tuo portatile o cellulare.

Coltivare in casa
Un terrazzo o un semplice vaso permette il raccolto di qualche sano alimento. Coltivare un piccolo orto sul terrazzo o sul balcone, costituisce uno dei piccoli piaceri della vita a cui non si dovrebbe rinunciare. Mangiare prodotti di cui si conosce la provenienza non è cosa da poco, ancor meno lo è mangiare prodotti appena raccolti. Non è necessaria grande metratura né grande dispendio di tempo e denaro.

Mobilità
La prima cosa da considerare prima di uscire di casa è la possibilità di andare a piedi o con i mezzi pubblici. Nella maggior parte dei casi lo spostamento con i mezzi pubblici è più economico dell’auto e, soprattutto in città, fa risparmiare tempo. In alternativa si può optare per la bicicletta: non necessita di carburante, è veloce e ti permette di fare attività fisica.
Se poi si deve cambiare l’auto è d’obbligo valutare l’acquisto di un’auto elettrica.

Come Diventare un Macellaio

Il macellaio non si limita a vendere la carne, ma può svolgere varie attività, che vanno dalla scelta e acquisto degli animali presso gli allevamenti, alla macellazione degli stessi, al disosso e al taglio della carne per la commercializzazione, oltre alla preparazione di insaccati, salsicce, hamburger, spiedini e altre specialità gastronomiche. Deve conoscere l’anatomia degli animali e possedere una buona manualità, per imparare a utilizzare i coltelli e i vari strumenti adatti per lavorare i tagli di carne.

Il macellaio può lavorare:
in un macello: macella gli animali secondo le indicazioni di un veterinario;
in un salumificio: lavora i vari tagli e prepara i salumi;
in un esercizio commerciale: vende le carni al pubblico. Per questa attività sono necessarie disponibilità al rapporto col cliente, capacità di consigliare nella scelta e anche, se richiesto, di fornire ricette.
I processi di lavorazione avvengono in appositi laboratori con l’ausilio di tecnologie d’avanguardia.

Formazione

Occorre qualche anno di esperienza pratica per acquisire competenza e preparazione adeguate. Non esiste una formazione specifica a livello di scuola secondaria superiore, ma solo corsi di formazione professionale.

Alcune associazioni di categoria del settore offrono corsi solo ai propri associati, altre anche a esterni.
A questo proposito segnaliamo il corso organizzato annualmente dal Nuovo CESCOT Emilia Romagna – Confesercenti Bologna di Addetto al banco carni, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e quindi gratuito, per complessive 530 ore (400 ore dedicate alla lavorazione e allo studio in aula e 130 ore di stage presso aziende), con obbligo di frequenza, riservato a maggiorenni, disoccupati, in possesso di diploma di scuola secondaria di primo grado (ex licenza media). Il numero massimo di partecipanti è 14 e le lezioni si svolgono generalmente da settembre a maggio oppure da giugno a settembre (corso intensivo).

Ci sono poi fiere a cui è importante partecipare per approfondire la conoscenza della professione e delle nuove attrezzature e impianti utili per la lavorazione e conservazione delle carni.

Accesso alla professione

Presso supermercati e centri commerciali, ci sono molte richieste di personale già specializzato, come ad esempio macellaio-salumiere addetto alle vendite da banco. Per coloro che desiderano mettersi in proprio la scelta più conveniente è quella di rilevare un’attività già esistente e avviata. Per aprire una nuova attività occorre effettuare la comunicazione al Comune di residenza.

La normativa prevede inoltre il possesso di uno tra i seguenti requisiti
-avere esercitato in proprio, per almeno due anni nell’ultimo quinquennio, l’attività di vendita di prodotti alimentari;
-avere prestato la propria opera, sempre per due anni negli ultimi cinque, presso imprese esercenti l’attività nel settore alimentare, in qualità di dipendente qualificato addetto alla vendita o all’amministrazione o in qualità di coadiutore nell’impresa esercente l’attività nel settore alimentare;
-avere frequentato con esito positivo un corso professionale per il commercio relativo al settore alimentare istituito o riconosciuto dalla Regione.
Infine si deve richiedere l’autorizzazione sanitaria che viene rilasciata dalla ASL competente per zona.