Significato e Definizione di Piano di Ammortamento

Per piano di ammortamento si intende un modello finanziario in grado di calcolare, in un finanziamento rateale, l’importo che ancora deve essere versato.

In questo modo viene effettuata una separazione tra debito estinto e debito residuo. La rata del finanziamento si divide in due componenti diversi
-la quota capitale, in genere più consistente e comprendente parte del capitale che inizialmente ci è stata prestata
-la quota interessi, ovvero una parte degli interessi che si deve corrispondere all’istituto per il periodo di tempo della durata del prestito ed al tasso prestabilito.

Esistono diverse modalità di piani di ammortamento in base alla tipologie delle rate, alcune delle più utilizzate sono:
Piano di ammortamento alla francese
Risulta essere il piano d’ammortamento in assoluto più frequente e comporta rate costanti nel tempo, ma la quota d’interesse e la quota capitale variano. Infatti la parte della rata corrispondente agli interessi decresce mentre la parte della rata corrispondente al capitale cresce. Cioè, le quote sono crescenti per il capitale e decrescenti per gli interessi.

Piano di ammortamento rate crescenti
Nel piano d’ammortamento a rate crescenti, le rate sono più basse all’inizio e crescono anno dopo anno in base ad una percentuale prestabilita nel contratto di prestito. In questo modo, le ultime rate saranno molto più elevate.

Piano di ammortamento libero
Nel piano d’ammortamento libero viene prefissato un lasso di tempo entro il quale il prestito deve essere rimborsato. Il titolare del prestito dovrà versare ad ogni scadenza delle rate soltanto il corrispondente agli interessi sul debito residuo. Per quel che riguarda la quota capitale, il richiedente ha la facoltà di rimborsarla in base alla propria disponibilità.
Rata fissa e durata variabile
In questo caso, le rate di rimborso sono costanti ma le variazioni del tasso determinano la riduzione o l’allungamento del piano d’ammortamento.

Piano di ammortamento italiano
Questo piano di ammortamento non è molto utilizzato. Prevede una quota capitale costante ma gli interessi decrescono ad ogni rata. Per tanto è molto vantaggioso perché le rate sono sempre più leggere in quanto gli interessi che devono essere pagati sono sempre più bassi.

Molto interessante.

Scontrino Come Prova Difensiva

Non costituisce prova schiacciante trovare il cliente sprovvisto di scontrino fiscale “in prossimità” del locale commerciale. E non eccepire alcun rilievo fattuale nel verbale di contestazione non significa necessariamente ammettere l’atto evasivo.

Sono questi i principi che allineano diverse Commissioni Tributarie Regionali (CTR Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta) sconfessando i verbali di accertamento del fisco a favore del contribuente imputato di omessa certificazione dei corrispettivi.

La CTR ha accolto il ricorso (contro la sentenza sfavorevole della CTP) di un contribuente che ha dimostrato che dal giornale di fondo del registratore di cassa risultavano, nella stessa frazione oraria, ben quattro scontrini dell’importo dichiarato dal cliente pizzicato sprovvisto da scontrino. Inoltre, il contribuente contestava la circostanza che non ha alcun obbligo (e qualora vi fosse, alcuno strumento) per accertarsi che il cliente conservi lo scontrino nelle vicinanze del bar.

Tra l’altro, nel verbale di contestazione non è stato precisato se il cliente è stato fermato all’uscita del locale o ad una breve distanza dallo stesso. E’ evidente che tale circostanza è importante ai fini dell’accertamento (soggettivo!) del significato di “prossimità”.

Senza perciò dimenticare che lo scontrino fiscale è un documento anonimo non imputabile ad un determinato cliente. E a nulla vale la lieve discordanza (un paio di minuti!) tra l’ora impressa sullo scontrino e quella dell’infrazione rilevata nel verbale di contestazione. E’ importante, invece, che nella fascia oraria considerata risulti dal giornale di fondo del registratore di cassa uno scontrino fiscale per l’importo dichiarato dal cliente.

Dunque, se ricorrono i presupposti, il contribuente può, in sede di giudizio, produrre prove gravi, precise e concordanti idonee a smentire il verbale di contestazione.

Come Fare un Bonifico con Bancoposta Online

Se sei un utente abilitato ad accedere on line al tuo conto corrente Bancoposta, tra le varie operazioni consentite, una delle più utili e interessanti è certamente il Bonifico, sia in postagiro che diretto ad altri conti correnti su banche diverse. Si tratta del bonifico postale che, come spiegato in questa guida su Ilbonificobancario.com, funziona in modo identico al normale bonifico bancario. Vi sono limiti in termini di quantità di denaro, ma di certo ti risparmierai tante proverbiali code agli sportelli.

Occorrente
Avere un conto corrente Bancoposta on line intestato
Possedere il codice alfanumerico segreto che permette l’esecuzione delle transizioni
Avere il numero di conto corrente corretto del destinatario, il nome della Banca e, possibilmente l’intestazione della filiale presso cui si destina il bonifico
Avere un indirizzo email attivato presso postemail per scaricare

Mettiti al computer e accedi alla home page del sito Bancoposta, inserendo il nome e la password. Seleziona dalla colonna di sinistra la voce Bonifici, e visiona il contenuto della pagina. Le opzioni che troverai sono essenzialmente il bonifico in postagiro, quindi da conto corrente postale ad un altro sempre sulla piattaforma della Posta. Questo tipo di bonifico è semplice, perchè una maschera preimpostatata con i tuoi dati IBAN, ti permette di svolgere una operazione di trasferimento fino a 15 mila euro immettendo esclusivamente i dati del destinatario, l’importo e fornendo la convalida con codice segreto.

Se invece selezioni la voce relativa ai bonifici su conti correnti diversi, devi selezionare l’opzione verso altre banche. La maschera che si aprirà, avrà i tuoi dati bancari preimpostati, ma ti chiederà l’inserimento del nome e cognome del destinatario, il numero del suo conto corrente formato IBAN e la Banca di appoggio del bonifico. I dati devono essere riferiti alla filiale, precisando il numero o nome della Filiale, la via il numero civico il CAP e la località. A questo punto, dovrai inserire l’importo da trasferire e la motivazione (causale anche se, è un dato non obbligatorio).

Sei alla fase finale dell’operazione. Ora digita o clicca con il cursore su conferma, la pagina si aggiornerà e ti verrà chiesto se vuoi continuare. Prendi visione bene del documento preparato che compare sul monitor e se trovi qualche dato non corretto digita sulla icona indietro. In caso contrario, digita continua e avvia il vero e proprio pagamento. L’operazione e la ricevuta, compariranno dopo alcuni minuti sulla tua casella di posta elettronica. Scaricala e stampala per procedere all’archiviazione.

Cosa Sono i Prestiti Vitalizi

Nonostante esista in Gran Bretagna dal lontano 1999, il prestito vitalizio ipotecario in Italia è stato introdotto solo nel 2005 con la legge 248/05.
La peculiarità di questa forma di prestito prevede la mancanza di un piano di ammortamento e di restituzione della somma ricevuta in prestito né degli interessi che vengono maturati da parte del richiedente, fatta eccezione della circostanza nella quale lo stesso decida volontariamente di procedere alla restituzione.

Tale mancanza viene compensata con la sottoscrizione di un’ipoteca di primo grado su un immobile di proprietà del richiedente.
Il prestito vitalizio ipotecario prevede che a restituire la somma ricevuta in prestito insieme agli interessi e alle spese accessorie capitalizzate dal richiedente siano i suoi eredi; essi infatti devono restituire l’intera cifra in una soluzione unica entro un anno dalla scomparsa del richiedente, entrando in possesso dell’immobile ipotecato.

In alternativa possono vendere l’immobile, saldando il debito e trattenendosi la parte aggiuntiva ricavata dalla vendita per sé.
Se gli eredi preferiscono non rispondere al debito, l’istituto di credito fa valere l’ipoteca e può procedere alla vendita dell’immobile, estingue il debito, restituendo agli eredi la differenza, se dalla vendita si ricava una somma maggiore del debito da estinguere.

D’altra parte, include diverse tutele per gli eredi: se viene deciso di vendere l’immobile e il ricavato è inferiore al debito , gli eredi non saranno obbligati a far fronte alla differenza e l’istituto di credito tratterrà semplicemente l’intero importo della vendita.

L’importo di liquidità che si può richiedere a fronte di un prestito vitalizio ipotecario va di pari passo al valore dell’immobile ipotecato: esso varia dal 15% al 50% del suo valore che viene determinato attraverso la perizia di un tecnico.

Un altro fattore che incide sulla somma che si riesce a ottenere in prestito è l’età del richiedente: più sarà alta e maggiore sarà la liquidità che si potrà richiedere. L’età minima per poter accedere a un prestito vitalizio ipotecario è stata stabilita a 65 anni.

Gli altri requisiti richiesti per accedere a questa tipologia di prestiti per pensionati, sono la proprietà di un immobile, il cui valore sia superiore ai 70mila euro e che sia libero da vincoli finanziari come altre ipoteche o pignoramento immobiliare.

La liquidità che si riceve a fronte della stipula di un finanziamento tramite il prestito vitalizio ipotecario non è vincolata a precise destinazioni e può essere utilizzata dal ricevente nei modi più utili, dall’affrontare tranquillamente la quotidianità, a un viaggio, all’acquisto di un servizio o di un bene, etc.

Il vincolo dell’ipoteca chiaramente limita la libertà di azione del proprietario sul proprio immobile che non potrà quindi essere modificato né venduto né affittato e deve essere mantenuto in buone condizioni.

Cosa Sono i Prestiti Finalizzati

I prestiti finalizzati sono diventati una vera e propria forma di pagamento di beni e servizi, grazie alla quale è possibile dilazionare il pagamento di quanto viene acquistato.
Di solito questa tipologia di finanziamenti viene richiesta per l’acquisto di elettrodomestici, automobili, arredamento, viaggi o mobili.

La società finanziaria che concede il prestito finalizzato paga di fatto il bene acquisito , per tanto non è il richiedente a ricevere l’importo del prestito ma il proprietario del negozio nel quale avviene l’acquisto. In questo modo il titolare del prestito può ritirare immediatamente il bene in questione ma pagarlo attraverso rate mensili.

Nei prestiti finalizzati a differenza dei prestiti non finalizzati, gli attori finanziari sono tre
– Il venditore, con cui il richiedente stipula il contratto di acquisto del bene o del servizio
– Il richiedente, che acquista il bene e contrae il debito per far fronte al suo pagamento
– La società finanziaria, con la quale il richiedente stipula il contratto di finanziamento per l’acquisto del bene.

Secondo questo schema, come abbiamo già accennato, il beneficiario del prestito non è il richiedente, ma il venditore, chiaramente convenzionato con la società finanziaria che eroga il finanziamento. La somma che viene rilasciata quindi ha come unica destinazione l’acquisto di quel determinato bene, presente nel contratto di prestito, e non può essere in alcun modo svincolata da questa finalità. Da qui il nome di prestito finalizzato.
Il vantaggio più grande del prestito finalizzato consiste nella rapidità e nella facilità con la quale si può accedere: la pratica di accensione di questo genere di finanziamento infatti avviene direttamente in fase di vendita del bene o del servizio che si intende acquistare. Inoltre, i tassi d’interesse sono molto vantaggiosi.
D’altra parte però, questi prestiti hanno lo svantaggio di non dare disponibilità al richiedente dell’importo erogato in quanto è limitato, unica e esclusivamente, al prodotto stabilito in ambito contrattuale.